Ove ch'io vada, ove ch'io stia, talora

Giovan Battista Marino

XVII secolo Letteratura 28 - Lontananza Intestazione 10 aprile 2008 75% Raccolte di poesie

Vecchio importun, che 'l rozzo labro irsuto È sogno o ver? Se sogno, ahi, chi depinge
Questo testo fa parte della raccolta Amori (Marino)

 
Ove ch’io vada, ove ch’io stia, talora
in ombrosa valletta o ’n piaggia aprica,
la sospirata mia dolce nemica
sempre m’è innanzi, onde convien ch’io mora.

5Quel tenace pensier che m’innamora,
per rinfrescar la mia ferita antica,
l’appresenta a quest’occhi e par che dica:
io da te lunge, e tu pur vivi ancora?

Intanto verso ognor larghe e profonde
10vene di pianto e vò di passo in passo
parlando ai fiori, al’erbe, agli antri, al’onde;

poscia in me torno, e dico: ahi folle, ahi lasso;
e chi m’ascolta qui? chi mi risponde?
Miser, che quello è un tronco, e questo è un sasso.