Molte furon le sue imprese combatté contro il francese, sempre i ricchi depredava ed i poveri aiutava. Ciò che è vero o fantasia si è mischiato per la via, ma non posso dire adeso tutto quello che è successo. Io vi posso solo dire che qui andiamo a cominciare.
La musica è quantità, misura, nel periodo in cui viene composta o nell’attimo in cui lo strumento, stimolato dal musicista, la produce. Qui si compie un salto misterioso: quello che noi ascoltiamo è immateriale e nell’attimo in cui lo percepiamo sparisce per diventare memoria. La musica è il segno più sublime della nostra transitorietà. La Musica, come la Bellezza, risplende e passa per diventare la memoria, la nostra più profonda natura. Noi siamo la nostra memoria. Giuseppe Sinopoli, direttore (Venezia, 2 novembre 1946 - Berlino, 20 aprile 2001)
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