Una disgrazzia (1831)

Giuseppe Gioachino Belli

1831 Indice:Sonetti romaneschi I.djvu sonetti letteratura Una disgrazzia (1831) Intestazione 14 dicembre 2022 75% Da definire

Er Ziggnore, o vvolemo dì: Iddio L'invidiaccia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

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UNA DISGRAZZIA.

     Stammatina a San Nèo1 Luca er facocchio2
S’è arrisicato a sentì mmessa accanto
A cquer ladraccio d’usuraro santo,
Che cquanno schiatta hai da sentì lo scrocchio!3

     Ècchete a l’improviso a sto santocchio,
Ch’è ccatarroso a nun poté dì cquanto,
J’incomincia la tossa, e, in tossì tanto,
Bloà, schizza a Luca un’ostrica in un occhio.

     Luca che vvede er lampo e sente er botto
Tutt’in un córpo4 assieme co’ l’impiastro,
Attaccato un perdio, je se fa ssotto.5

     E, ssi nun era quer portapollastro6
Der chìrico,7 coll’ojjo8 der cazzotto
Metteva er bòccio9 in un gran brutto incastro.10

Terni, 3 ottobre 1831.

Note

  1. [San Nèo e Ttacchinèo è chiamata in un altro sonetto la chiesa de’ Santi Nereo ed Achilleo.]
  2. [Colui che fa i cocchi: il carrozziere.]
  3. [Lo scoppio. — Non ha che far nulla col significato toscano di scrocchio.]
  4. [Colpo.]
  5. [Va per dargli addosso.]
  6. [Quel mezzano.]
  7. [Del cherico, del sagrestano.]
  8. [“Con l’olio,„ che qui è un’ironia.]
  9. [Il vecchio.]
  10. [Impiccio.]