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130 Sonetti del 1831

comincia con questo dialogo: Gattaceca, dove vai? — Vado al mercato. — Che te sei perza? — Una spilletta. — Eccote un pugno, e vattel’a cerca.]      9 [Variante popolare: E ppe’ ffamme capì, nne li buscetti.]      10 Se come, semplicemente: “come.„      11 A pennello, esattamente. [“E per spiegarmi come Dio si trovi comodamente anche ne’ più piccoli luoghi (buchetti), senza perdere perciò la sua unità, ecc.„]      12 [Variante popolare, che era anche nell’autografo: Io de qui, come ar mazzolo; cioè: “come la civetta sulla gruccia.„]      13 Eppure.


UNA DISGRAZZIA.

     Stammatina a San Nèo1 Luca er facocchio2
S’è arrisicato a sentì mmessa accanto
A cquer ladraccio d’usuraro santo,
Che cquanno schiatta hai da sentì lo scrocchio!3

     Ècchete a l’improviso a sto santocchio,
Ch’è ccatarroso a nun poté dì cquanto,
J’incomincia la tossa, e, in tossì tanto,
Bloà, schizza a Luca un’ostrica in un occhio.

     Luca che vvede er lampo e sente er botto
Tutt’in un córpo4 assieme co’ l’impiastro,
Attaccato un perdio, je se fa ssotto.5

     E, ssi nun era quer portapollastro6
Der chìrico,7 coll’ojjo8 der cazzotto
Metteva er bòccio9 in un gran brutto incastro.10

Terni, 3 ottobre 1831.

  1. [San Nèo e Ttacchinèo è chiamata in un altro sonetto la chiesa de’ Santi Nereo ed Achilleo.]
  2. [Colui che fa i cocchi: il carrozziere.]
  3. [Lo scoppio. — Non ha che far nulla col significato toscano di scrocchio.]
  4. [Colpo.]
  5. [Va per dargli addosso.]
  6. [Quel mezzano.]
  7. [Del cherico, del sagrestano.]
  8. [“Con l’olio,„ che qui è un’ironia.]
  9. [Il vecchio.]
  10. [Impiccio.]