Tu ch'hai ne l'alba tua sera immatura
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Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Artale
VII
LA DAMA INFANTICIDA
Tu ch’hai ne l’alba tua sera immatura
e sei nell’orto un abortito infante,
io ti son madre, culla e sepoltura,
tu vita e matricida agonizzante.
Sorte è aver madre e averla è tua sventura;
nòci innocente, ancor non balbettante
mie colpe accusi; ed io pietosa e dura
madre t’uccido, e ti composi amante.
Mori! Morte mi dan le tue dimore;
ti dá chi ti diè vita ore sí corte
per svenar con tua morte il proprio errore.
Amor ti diede (oh Dio!) la vita in sorte
a dispetto d’onore, ed or l’onore
a malgrado d’amor ti dá la morte.