Tu che le risa improvvide e lo scoppio

Iacopo Vittorelli

XVIII secolo Indice:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu Sonetti letteratura Intestazione 2 settembre 2014 75% Sonetti

O fortissimo alunno del temuto Qual io la veggio con un riso in bocca
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xv

AL N. U. FERDINANDO TODERINI

mandandogli nell’ultimo giorno di carnovale alcuni versi della contessa Alaria
ed un libro del conte abate Roberti.

     Tu che le risa improvvide e lo scoppio
fuggi del baccanal che assorda l’aria,
e ne la cameretta solitaria
bevi tranquillo il filosofic’oppio;
     queste, che ad aureo volumetto accoppio,
rime, o Fernando, d’armonia si varia,
che la vezzosa innamorata Alaria
piangendo meditò sul colle doppio;
     ricevi, amico: e se pietá conforme
darle non sai, perdona a quella smania
che di ragion la traviò da Torme.
     Non viene Amor per tenderti la pania,
ma perchè gode che in discrete forme
uno stoico gentil lo chiami «insania».