Trento e il suo circondario descritti al viaggiatore/Distretto di Vezzano III. Escursioni alpine
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Distretto di Vezzano II. Castelli | Tavola alfabetica | ► |
III.
ESCURSIONI ALPINE
Distanze
in ore di cammino da Vezzano a varii punti alpini
Da Vezzano al Bondone per Calavino | ore | 8 | » | — |
Da Vezzano al Bondone per Sopramonte e Sant'Anna | » | 6 | » | — |
Da Vezzano alla Cima del M. Gazza per Fraveggio e Covolo | » | 5 | » | — |
Da Vezzano alla alla Paganella pel Monte Gazza | » | 7 | » | — |
Da Vezzano al Croz dell'Altissimo per Gazza e Molveno | » | 8 | » | — |
Da Vezzano alla Cima del Gess per Ranzo e M. Prada | » | 12 | » | — |
Sant'Anna (832 m); amena villa posta tra Sopramonte e il dorso del Bondone, sulla strada che dal piano reca a quest’ultimo, a metà di cammino per chi da Trento sale ai primi prati del monte suddetto. E in altipiano ricco di sorgenti, coltivato a cereali, con praterie e con boschi, dove alligna il faggio commisto col pino e coll'abete, e dove la vista ci ricrea con un panorama dei più stupendi, tale che dai paeselli
sottostanti si dilunga sino a Roverè della Luna, a Miola di Pinè, ad Anterivo in Fiemme e alle vette più eccelse dalla Cima Tosa, al Fravort ed al Brenner. — Un tempo era colà un monastero di frati e suore appartenenti all’Ordine di Sant’Agostino, onorato dagli indulti di parecchi Vescovi di Trento, e dai favori e privilegi conferiti con apposite bolle dai Pontefici Gregorio IX, Urbano IV e Nicolo V. Nell’anno 1267 il Vescovo Egnone con suo indulto dattato da Riva concedeva a que’ frati e a quelle monache la facoltà di unirsi e incorporarsi all’Ordine degli Umiliati di San Lucca in Brescia, serbando però la dipendenza dal Vescovo e dalla Chiesa trentina. Documenti posteriori parlano di una Margherita d’Arco che ne fu prioressa l’anno 1418, e di un Giovanni Nachtrausburg che fu nominato priore nell’anno 1445; ma dopo il 1494 non è più memoria di questo monastero1. I suoi beni passarono alla Reverendissima Prepositura di Trento, la quale investiva a titolo di enfiteusi sette famiglie di Baselga, che vi si stabilirono per molti anni, costituendo una frazione del loro Comune; possedimenti che col tempo trappassarono ad altre famiglie, e prima ai nobili Marinelli ed Eccher dell’Eco, e poi al Barone Francesco Gaudenti di Trento, che li trasmise per eredità, riuniti in un sol corpo coi Masi sottostanti detti ai Merli, Genzi e Castelpian, ai fratelli Dottori Francesco e Giuseppe Moar di Trento, attuali possessori di quella vasta tenuta, luogo di delizie montane, un piccolo Eden trasportato all’ombra dei faggi e delle conifere.
Ma ora di quel monastero non rimane che la Chiesa dedicata alla Santa omonima del luogo; la quale si vede ampliata all’estremità del colle, dov’è la bella casa dei Signori suddetti con giardino e casa colonica. Essa conserva ancora dell’antica tre altari lavorati in legno, de’ quali uno con dipinture pregievolissime per la loro antichità. — Del resto pare che il monastero avesse esistito dov’è il giardino, al piano del colle e in vicinanza del Lavè, vallicella che scende tra due fianchi di monte ingombra di massi di origine non bene definita, forse deposito di un’antica ghiacciaja, e forse effetto di uno scoscendimento prodotto da cause vulcaniche, delle quali, farebbe prova l‘affioramento basaltico che vi sta vicino. — In passato la divozione a Sant’Anna era divenuta popolare, e a torme correvano i fedeli a questa Chiesa. Ora però il fervore n’è in gran parte cessato, e solo una volta all’anno, ai 26 di Luglio, v’ascendono processionalmente quelli di Sardagna, Sopramonte, Baselge, Vigolo, e Cadine, v’assistono ai sacri riti, e poi, spargendosi sui prati, vi tengono una specie di sagra.
Il Monte Gazza (1986 m.) s’eleva al luogo dove stanno i Villaggi di Terlago, Covelo, Lon e Fraveggio. Consta di dolomie triasiche e liasiche; il suo dorso è in gran parte piano, mammellonato e pratoso; tiene il suo fianco d‘occidente coperto di boschi a faggio e a larici; nell’orientale è sterile e quasi nudo; ha parecchie cascine, e località che si distinguono con nomi diversi. La parte che si vede da Trento è chiamata Canfedin (2006 m.); — si sale da Terlago per un erto sentiero, e di lá si prospettano, oltre Trento, la valle del Sarca, il lago di Garda e il monte Brione, dietro il quale si nasconde Riva. Ma questa non è la sola via per salire al Gazza: ve n’è una bellissima da Covelo, un’altra parte da Molveno ed una terza viene via da Andalo. — Al Doss Leon, alla cascina di Terlago, si gode la vista di un tratto molto esteso di valle di Non; e chi poi avesse voglia di far ricerca di piante per uso scientifico vi troverebbe l’Erysimum Cheirunthus Pers., il Senecio Doronucum L., l’Hypochoeris helvetica Jacq., la Primula longiflora All., l’Androsace obtusifotia All., l’Aira flexuosa Linn., la Carex sempervirens Linn., ed altre pianticelle proprie delle alpi, e forse il Siler trilobum Scop. e il Gneum inclinatum Schl., che troviamo citati, come esistenti su questo monte dal Perini (Statistica ecc), e nella Flora del Tirolo del Bar. v. Hausmann.
Il Croz dell’Altissimo (2321 m.) sorge a nord della valle delle Seghe a maestro di Andalo. Tiene ad occidente la Cima Tosa, e forma coi Lastedi (2199 m.), la Gallina (2436 m.) e la Mulara (2403 m.) il contraforte orientale del famoso gruppo di Brenta. — Nella cima è nudo; facile n’è l’ascesa, alle sue falde tiene la Malga di Molveno, e più sopra non dà che pascoli per le pecore.
La Cima del Gess (2716 m.) è ad oriente della Tosa nel Comune di San Lorenzo in Giudicarie. Si sta insieme con Prada a settentrione di questo ameno paesello, alla distanza di cinque ore, mentre il monte Prada non se ne discosta che per due sole ore. Questo forma la parte inferiore del Gess, ed è coperto di prati; la Cima invece è spoglia d’ogni vegetazione, e solo nelle sue pendici dà erba che serve di pascolo alle pecore. Del resto da questa cima la vista si spinge da un lato sino alla Marmolata, e dall’altro sino al lago di Garda, a Desenzano e al Monte Baldo, senza poi dire dell’Adamello, della Bocca di Brenta, della valle di Non, della Mendola e di altri luoghi che di là si prospettano stupendamente.
- ↑ Queste notizie furon tratte da documenti registrati nelle opere a stampa di Benedetto Bonelli, e ne’ Manoscritti del P. Tovazzi, dell’Alberti e dell’Hippoliti che si conservano nella Biblioteca di Trento. In esso si trova altresì, che nell’anno 1225 Odoricus de Madrutio obtulit super altare Sanctae Annae unam petiam terrae; e che nell’anno 1267 quidam Gumpus de Basilica super altare Sanctae Annae obtulit se, suaque, et vovit habilitatem, obedientiam et castitatem. Di più, che il Vescovo Udalrico menziona in un suo indulto dell’anno 1497 locum Sanctae Annae de Roncodonege super villam Supramontis, quod olim monasterium fuit, et Congregationis Fratrum et Sororum sub regula Sancti Augustini, et obedientia Prioris et Priorissae qui contemplativam vitam ducentes ibidem Deo famulabantur. Nulla però sappiamo dell’origine di questo Monastero, nè delle vicende che lo accompagnarono sino alla fine. E pure i documenti non dovrebbero mancare: Innsbruck e Vienna tengono una gran parte dell’Archivio del Castello del Buon Consiglio; ne devon tenere la Curia vescovile e la Prepositura di Trento, non meno che il Vaticano, dove sembra essere stato trasportato l’Archivio del cessato Monastero degli Umiliati di Brescia, al quale fin dall’anno 1267 vennero incorporati i frati e le monache di quello di Sant’Anna, come fa fede l’indulto del Vescovo Egnone.