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160 | Distretto di Vezzano |
alla Reverendissima Prepositura di Trento, la quale investiva a titolo di enfiteusi sette famiglie di Baselga, che vi si stabilirono per molti anni, costituendo una frazione del loro Comune; possedimenti che col tempo trappassarono ad altre famiglie, e prima ai nobili Marinelli ed Eccher dell’Eco, e poi al Barone Francesco Gaudenti di Trento, che li trasmise per eredità, riuniti in un sol corpo coi Masi sottostanti detti ai Merli, Genzi e Castelpian, ai fratelli Dottori Francesco e Giuseppe Moar di Trento, attuali possessori di quella vasta tenuta, luogo di delizie montane, un piccolo Eden trasportato all’ombra dei faggi e delle conifere.
Ma ora di quel monastero non rimane che la Chiesa dedicata alla Santa omonima del luogo; la quale si vede ampliata all’estremità del colle, dov’è la bella casa dei Signori suddetti con giardino e casa colonica. Essa conserva ancora dell’antica tre altari lavorati in legno, de’ quali uno con dipinture pregievolissime per la loro antichità. — Del resto pare che il monastero avesse esistito dov’è il giardino, al piano del colle e in vicinanza del Lavè, vallicella che scende tra due fianchi di monte ingombra di massi di origine non bene definita, forse deposito di un’antica ghiacciaja, e forse effetto di uno scoscendimento prodotto da cause vulcaniche, delle quali, farebbe prova l‘affioramento basaltico che vi sta vicino. — In passato la divozione
che il Vaticano, dove sembra essere stato trasportato l’Archivio del cessato Monastero degli Umiliati di Brescia, al quale fin dall’anno 1267 vennero incorporati i frati e le monache di quello di Sant’Anna, come fa fede l’indulto del Vescovo Egnone.