Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 90
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Sino à quanto tempo si estenda la cura paterna della educatione. Cap. XC.
Potrà forse dimandare alcuno sino à quanto tempo convenga che il padre habbia cura di educare i figliuoli et quando debbia haver fine questa sollecitudine, alla quale dimanda rispondendo, dico che noi habbiamo preso questo nome di educatione largamente, non solo per quanto ci dimostra quella disciplina, che alla fanciullezza et pueritia et non molto più oltra si estende, nella quale significatione pare che i Latini lo sogliano usare ma sotto questa voce habbiamo inteso ogni cura, et diligenza paterna, che in qualunque modo è ordinata alla salute, et al bene del figliuolo. Perilche posto che il termine più remoto, et lontano della educatione, pervenisse solo sino all’anno ventesimoquinto, al qual tempo anchora secondo la dispositione delle leggi Civili, è determinata l’autorità di coloro che si chiamano curatori, nondimeno non ci è termine alcuno prefisso, nel quale non sia lecito al padre, anzi più tosto non sia debito di adoperare la potestà che Dio, et la natura, et le leggi humane gli hanno data per benefitio del figliuolo. Bene è vero ch’essendo utile in ogni cosa quel proverbio de i Greci antichi, Guardati dal troppo, è conveniente che il prudente padre rimetta alquanto di quel vigore, et moderi alquanto l’autorità sua, non con diminuirla in effetto, ma con farne partecipe il figliuolo riconoscendo in lui la maturità de gli anni, et dell’intelletto, et quella prudenza che per lo studio delle lettere, ò per altro modo si havrà acquistata. La onde crederei, che fosse espediente, che il padre non solo communicasse molte cose co’l figliuolo et ne sentisse il parer suo, ma anchora nel governo non volesse ritenere del tutto la briglia in mano, ma molte cose rimettesse al figliuolo, riservandosi le cose più importanti, et à luogo et tempo prendendo dal figliuolo relatione di quanto succede, cosi verria il vecchio padre à sgravar se stesso di molte fatiche, daria campo al figliuolo di esercitarsi nel governare, et lo terria più consolato, havendo quella parte d’honore che conviene, co’l qual modo si fuggono molti disgusti, et querele. Ma s’egli sia utile, che il figliuolo già huomo, et maritato, ponga casa da se, et diventi capo di famiglia, percioche questa è questione che pare che già ecceda il nostro trattato, et non se ne può dare certa regola, dipendendo la risolutione da molte circonstanze particulari, non mi tratterrò più oltra, essendo tempo di far fine, tanto dico, che in ogni luogo et in ogni stato, doverà il nostro buon figliuolo et christianamente educato, conservare la debita obedienza et riverenza verso il caro padre, come leggiamo nelle sacre scritture che fece il buon Isac verso Abraham suo padre, et verso Isac Giacob, et verso lui i suoi figliuoli et spetialmente il diletto Gioseppe, quantunque non solo havesse figliuoli ma fosse già vecchio, et con tanto grado, et preminenza nello imperio dello Egitto che tenea il secondo loco dopo Faraone.