Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 67

Libro III - Capitolo 67

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Come alcuni poveri giovanetti ingeniosi dovriano essere aiutati. Cap. LXVII.

Se bene di sopra habbiamo detto che i padri poveri, devono applicare i figliuoli loro alle arti manuali, contentandosi della cognitione delle prime lettere, ò d’una sola tintura della Grammatica, sì perche i padri non hanno il modo di far la spesa per tirargli avanti nelle scienze, sì perche si presuppone, che i medesimi figliuoli siano più gagliardi del corpo, che acuti d’intelletto, et per conseguenza più idonei alle fatiche corporali, che à quelle della mente, nondimeno quello che si disse di sopra non è da intendere così indistintamente, ma con qualche limitatione, conciosia che si vede per esperienza non di rado, di luogo molto basso surgere, à guisa d’un fiore da terreno arido, alcuno ingegno pellegrino, dotato dalla natura di gratie straordinarie, onde si comprende, che se fosse cultivato con la disciplina, saria per fare mirabile riuscita. Per tanto deve il padre di famiglia andar considerato, havendo prima per lungo tempo osservato la natura, et gli andamenti del fanciullo. Et cosi come nelle istesse arti mecaniche, potrà essere che il putto habbia naturale inclinatione ad alcuna più nobile, onde non si deve inconsideratamente condurlo al primo artifice che venga tra piedi, cosi parimente dove si scorga nel fanciullo eccellenza d’ingegno, et habilità notabile alle lettere, non è da abbandonarlo per quanto si può, ne à sepelire la gioia nel fango. Et non sarà difficile etiandio al padre idiota far coniettura di quanto si dice, conciosia che uno ingegno vivace manda fuori certe faville, che danno ad intendere, dove più la natura lo chiami. Sogliono questi tali, essendo piccoli fanciulli, andar più volentieri à la scuola, apprendere velocemente quanto si insegna loro, amano i libri, vorriano sempre studiare, stanno attenti quando qualche persona dotta ragiona, imitando con gratia i predicatori, et maestri, et vogliono scrivere, et componere, et per contrario non amano li artifitii vili, et con altri tali [p. 168v modifica]segni si manifestano à buon conoscitore, et quello che il padre non vedrà per se stesso, lo vedrà il maestro della scuola, et alcuno amico intendente, et caritativo, co’l consiglio de i quali farà deliberatione della maniera di impiegare il figliuolo più à questa, che à quella professione, atteso che qui non parliamo se non d’ingegno eccellente. Nè deve spaventare il padre la sua povertà, ma sperare in Dio, et andarsi anchora aiutando quanto si può. Sono à nostri tempi restituiti gli antichi Seminarii de’ Clerici, dove per la sola carità si allevano Clerici figliuoli di poveri, et si ammaestrano nelle lettere, benche non in ogni maniera di lettere; basta però che facilmente potrà avvenire, che il fanciullo habbia animo di esser Clerico, et da questi principii, quali nel Seminario può conseguire, proceda, ò con altra occasione, ò con la propria industria à maggiori effetti. Vi sono anchora in alcune Città di studio Collegii instituiti da huomini veramente degni di lode à questo fine, per che poveri giovani habbiano senza dispendio commodità di studiare, un certo determinato numero d’anni. Si potrà tal volta collocare il giovane, già bene introdotto nelle lettere, che si chiamano d’humanità, appresso qualche gentil’huomo ricco, per maestro de suoi figliuoli, dove conosciuta non meno la sua bontà, che l’ingegno, potrà per ventura succedere che il padre di famiglia, lo mandi in loro compagnia à studio. Et con questi et altri simili modi sollevato da un nobile spirito si allevarà per la patria uno utilissimo Cittadino, che essendo abandonato del tutto, forse volgeria la bellezza dell’ingegno à fare male, ò pure posto in basso esercitio apportaria al publico piccolo et non considerabile servitio.