Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 60
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Del fuggir la vita otiosa, et scioperata. Cap. LX.
Hora ritornando là onde ci siamo partiti, la nostra materia era parlar de i pericoli della giovanezza, sotto il qual nome comprendo quella che i Latini chiamano adolescenza. et acciò la fabrica della buona education christiana, tirata con la divina gratia molto avanti, non ruini queste età giovanili, anzi cresca di bene in meglio, sino alla sua perfettione, si è ricordato la continuazione de i buoni esercitii christiani, il mantenimento et perseveranza cosi della autorità, come della vigilanza paterna, il fuggire il dannosissimo commertio, et la contagione de i mali compagni, et per contrario si è mostrato il camino, di haver delle buone conversationi et amicitie, acciò il nostro guiovanetto non resti privo di quel piacere, che per natura si desidera dall’huomo et che usato prudentemente può arrecare non mediocre utilità. Hora continuando tuttavia à removere gli impedimenti, che attraversano il corso delle virtù, dico che uno de i maggiori inimici de i giovani, è l’otio, di che si parlò qualche cosa in altra parte, discorrendo de i rimedii contra il vitio della lussuria, et un’altra volta parlando della cura famigliare, ma in questo luogo di necessità si torna à detestare l’otio, più in generale, come esca et fomento di tutti i vitii, et di tutti i mali. Dice la scrittura santa che l’otio è il maestro del peccare, et che l’otioso è pieno di desiderii, cioè di appetiti, et cupidità inhoneste; et cosi l’esperienza ci dimostra giornalmente che questa maniera d’huomini scioperati, sono come la sentina delle Città, et di loro non si cava commodo alcuno, come quelli che non vogliono far nulla, onde i più poveri più presto che lavorare, si recano à mendicare, quantunque siano validi, et vanno vagabondi per varii paesi, i quali è offitio publico di castigare secondo l’autorità delle leggi civili, altri dissipano i loro piccoli patrimonii ne i giuochi, et su per le taverne, et in mille impudicitie, et non havendo come supplire à bastanza del loro proprio, insidiano non solo all’honore, ma all’havere de gli altri. Questo appunto è il seminario de gli huomini rissosi, inquieti, seditiosi, nemici d’ogni buon ordine et disciplina publica, et finalmente nella schiera de gli otiosi et scioperati si raccoglie tutta la feccia di coloro, che non hanno altro negotio che corrompere la gioventù, et esser ministri et impulsori di mille maniere di vitii, et peccati, alla licenza de’ quali è necessario che la potestà de i magistrati metta qualche freno, poi che si vede che questa gramigna abbonda troppo in ogni parte; et piaccia à Dio che i padri naturali, et i padri politichi, pensino una volta da dovero à rimediarvi à buon’hora, atteso che quando il vitio è profondato, non ci basta ne ferro, ne fuoco per diradicarlo. Hor quanto poi tocca à quelli che sono nati nobilmente et sono ricchi, se bene di loro non si deve leggiermente credere, che faccino cose tanto indegne della nobiltà loro, come quegli altri, de i quali habbiamo parlato, nondimeno è pur cosa disdicevole veder un gentil’huomo dotato da Dio, et dalla natura di molti beni, viver otiosamente et non pensar ad altro che à vestir riccamente, mangiar delicatamente, et consumar tutti i giorni in festeggiare, e in piaceri del senso, come se l’huomo fosse nato solo per mangiare, à guisa d’un bruto, et non per operar virtuosamente, et giovar à gli altri, si come il lume naturale, et molto più il lume sopranaturale della fede ci insegna, et per certo è cosa molto difficile, per non dir impossibile che vivendo una vita tutta sensuale, et voluttuosa, si possa pervenire à quella gloria, et à quella corona della quale è scritto: Non sarà coronato se non colui, ilquale havrà combattuto legitimamente. Ma lasciando questo per hora da parte, mi volgo al nostro padre di famiglia et à lui ricordo quale egli si sia ò di basso, ò di mediocre, ò di alto stato, che non permetta in modo alcuno che i suoi figliuoli vivano vita otiosa. Non è in tutta la natura cosa alcuna otiosa, i Cieli, il Sole, gli elementi, et tutte le creature sono in continuo moto, tutte le membra del corpo nostro fanno le lor operationi, et quelle parti maggiormente sono operose che meno appariscono. L’huomo dice la divina scrittura, nasce alla fatica si come l’uccello