Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 45

Libro III - Capitolo 45

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Se tutti i fanciulli devono imparar lettere. Cap. XLV.

Mi persuado, che il nostro padre di famiglia non havrà havuto per male, che già gran pezzo io non habbia ragionato seco, ma solo con il maestro, [p. 153r modifica]poi che ciò si è fatto da me solo per benefitio de’ suoi figliuoli. Hora potrebbe essere che egli desiderasse sapere, se tutti i fanciulli hanno da apprendere Grammatica, et far progresso nelle lettere, come pare che sino à qui habbiamo presupposto, et se le figliuole femine devono esse anchora imparar lettere nel medesimo modo. Alla quale interrogatione del nostro padre di famiglia rispondendo dico, che la Città è come un corpo composto di varie membra, che hanno varie operationi, et offitii pii, et meno nobili, ma però tutti necessarii al sostentamento del corpo, et se tutto il corpo fosse un membro solo più nobile, come per esempio fusse tutto occhio, già come l’Apostolo dice, non saria più corpo; hor applicando la similitudine al nostro proposito, non ha dubbio che la communità civile per conservarsi, ha bisogno di molte maniere d’huomini, et che faccino differenti esercitii, come sono contadini, artigiani, mercanti et molti altri, perilche tutti non possono, ne debbono esser litterati, se bene di questi anchora vi sia bisogno, mi par però che saria cosa utile et laudabile, che i fanciulli di qual si voglia conditione, etiandio molto humile, imparassero almeno queste tre cose, cioè leggere, scrivere, et numerare, sì perche imparandosi con non molta fatica almeno mediocremente, servono poi tutta in la vita à molti usi, sì anchora perche in quella prima età, per la debolezza del corpo, non si può quasi far altro, et si viene à dare una utile occupatione alla fanciullezza, et si fanno altri buoni effetti circa la educatione, andando il fanciullo alla scuola, si come dalle cose dette di sopra si può raccogliere, anzi crederei essere espediente, che quei figliuoli che devono attendere alla mercatura, et à certe arti maggiori fossero introdotti nella Grammatica, et havessero qualche intelligenza del parlar latino, percioche è conditione, che può giovare spesse volte ne i commertii, con le nationi straniere, et in molti altri modi. Quanto poi à i figliuoli de’ nobili, et ricchi, non ha dubbio, che sta molto bene, che faccino buon progresso nelle lettere humane, et sappiano et parlare, et scrivere latino commodamente, et intendere gli oratori et gli historici, et simiglianti, et intendo etiandio di quelli che non sono per caminar avanti nelle facultà, et scienze, nè farsi dottori, percioche le lettere sono un grande ornamento d’un gentil’huomo, et ne i magistrati della patria, et ne i consigli, et congregationi che si fanno per luoghi pii, et altre cose publiche, dove si hanno spesso à sentir avvocati, et nel farsi elettione di Ambasciatori per mandar fuori, et in molte altre occasioni, che saria lungo à dire, maggior vantaggio havrà sempre un gentil’huomo intendente, che un’altro suo pari idiota. Oltra di questo, per mezzo delle lettere, s’imparano molte cose utili alla prudenza [p. 153v modifica]humana, nè basta dire, che vi sia gran copia di libri tradotti in volgare; percioche uno che non sà se non leggere, non arriva ad intendere perfettamente i concetti dell’autore, et bene spesso gli riusciranno poco meno oscuri, che se fossero latini. Ma come si sia, la cognitione è cosa eccellente, et come meglio può impiegar il tempo un giovanetto nobile, et ricco, sino al quintodecimo, ò diciottesimo anno? Lascio di dire, che le lettere sono una dolce compagnia in tutti i luoghi, et in tutti i tempi, et sono un salutifero disviamento da molte maniere di trattenimenti poco honesti, et spetialmente nella vecchiezza sono le lettere una gran conforto, quando già ogni altra maniera di lecito diletto in gran parte, non è gustevole come soleva, et sopravengono tal volta delle infirmità, che lungamente tengono in casa, et non impediscono però lo studiare, cosa che rende assai meno molesta, et noiosa quella indispositione. Aggiungi, che quando il nostro giovanetto sarà pervenuto ad esser anchor egli padre di famiglia, potrà per mezzo di questa qualità far tanto maggiore giovamento à i suoi figliuoli; et finalmente con la lettione di libri pii, et santi, si accende, et si mantiene l’amor di Dio, et si trova non mediocre consolatione, nelle afflittioni di questa misera vita, se bene non si nega, che ci sono anchora di molti buoni et divoti libri scritti nella nostra volgar lingua, che si possono, et debbono leggere da i meno intendenti. Et questo sia detto quanto à i figliuoli maschi.