Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 85
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Del sesto precetto, non commettere adulterio. Cap. LXXXV.
Dopo l’offesa che si fa contra la persona et contra la vita di alcuno, gravissima ingiuria è quella dell’adulterio, ilche facilmente si può considerare dalla santità del matrimonio et dalla congiuntione grande de i due consorti che già sono una istessa carne, onde tra loro deve essere sommo amore, et osservanza di fede, si come di sopra si è discorso lungamente, et è propriamente adulterio ingiuria del legitimo maritale letto, onde se il maritato commette adulterio con lo sciolto, è violatore del suo proprio letto, et se lo sciolto, et libero da vincolo di matrimonio pecca con colui ch’è astretto maritalmente, macchia et contamina il letto alieno, et in ogni caso, oltra la bruttezza et deformità ch’è nello istesso peccato, come atto d’incontinenza, vi è anchor congiunta grandissima ingiustitia contra il prossimo, percioche come altrove si è detto, secondo la dottrina de lo Apostolo, il marito, et la moglie non hanno alcuna potestà del proprio corpo, ma scambievolmente l’uno possiede il corpo dell’altro, la onde il torlo al legitimo possessore, et darlo a tale che non vi ha diritto, ne ragione alcuna, è cosa sopramodo ingiusta, et iniqua, et doppiamente Iddio autore di questo venerabile sacramento, ne rimane offeso, oltre la ingiuria grande, che si commette contra il publico, et contra la società civile, la quale per la vera, et sincera successione de i legitimi figliuoli conserva le famiglie, et le heredità, et gli honori, et finalmente se medesima. Perilche tutte le leggi humane et divine hanno et prohibito et castigato severamente l’adulterio, et nell’antico testamento per divina legge gli adulteri erano lapidati et puniti di morte, onde grandemente è da piagnere che tra christiani nello stato della perfettione evangelica, vi siano di quelli, che si prendono a giuoco questo gravissimo peccato, i quali castigarà Iddio per mezzo de gli eterni, et crudelissimi lapidatori nello inferno senza fine. Ma lasciando questo per hora da parte, è da sapere, che sotto la prohibitione dell’adulterio, delquale principalmente la legge fa mentione, come pieno d’ingiustitia, et di nocumento verso il ben commune, si comprende anchora ogni altra maniera di impudicitia et di peccato carnale, di che non ci conviene, ne è necessario parlare distintamente, basta che tutti son proibiti, et non solo quanto all’atto et operatione esteriore, ma etiandio quanto al pensiero, et desiderio interiore, ilche se bene si contiene et è virtualmente racchiuso in questo precetto, Non adulterare, ciò s’intende, ne con effetto d’opra, ne con affetto di cuore, si come parimente intendiamo del precetto circa l’homicidio, et de gli altri tali, percioche la legge, come dice san Paolo, è spirituale et spiritualmente ha da intendersi, se ben dico, l’antica legge prohibisce anchor l’affetto disordinato del cuore, nondimeno piacque al gran Maestro, et Dottor nostro Christo Giesù, dichiararlo apertamente, acciò non rimanesse dubitatione alcuna, ne velame per ricoprire la troppo crassa ignoranza farisaica, et però disse in san Matteo, colui che vedendo alcuna donna si accenderà di concupiscenza, et di desiderio di peccare, già per la sola voluntà, et consenso, ha commesso, et consumato nel cuor suo l’adulterio, et la fornicatione, perilche è da stare in grande timore et custodia del cuore, pregando di continuo Iddio con grande humiltà che ci dia il dono della castità, si che siamo mondi da ogni bruttezza di carne, et di spirito, et possiamo interamente adempire questo precetto, ilquale talmente prohibisce l’adulterio et ogni libidine, che insieme commanda la osservanza della castità, et pudicitia, laquale necessariamente si richiede non solo in coloro che hanno eletto l’alto, et sublime stato virginale, ma ne i vedovi, ne i maritati, et in quelli che hanno eletto di vivere sciolti, et liberi dal giogo matrimoniale, et finalmente è necessaria in ogni età, et in ogni stato, ne potrà alcuno che non sia casto, et puro, haver parte con l’agnello purissimo, et immaculato; perilche è ben giusto, che il nostro buon padre si affatichi in questa parte, come in cosa importantissima per la salute del figliuolo, si come hora con la divina gratia si dirà più a pieno.