Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 45

Libro II - Capitolo 45

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Di quelli che abusano, delle parole della sacra scrittura. Cap. XLV.

Non è necessario esplicar distintamente come si disprezzi, et dishonori il tremendo nome di Dio, contra l’interdetto del presente precetto, percioche da quello che habbiamo detto di sopra della lode, si raccoglie agevolmente qual sia il suo contrario, che con ogni studio debbiamo fuggire, non è però da tacere una pessima usanza di alcuni, che tinti di poche lettere, hora per parer acuti, hora per mover il riso altrui, hora per sfogar la maledicenza loro, hora per fini superstitiosi, abusano della scrittura santa, [p. 57v modifica]torcendo le sentenze de gli evangelii, et altri divini libri à buffonerie a motti impudichi, a detrattioni, et libelli famosi, à sortilegii et altre vanità, contra i quali scrisse già tanti secoli sono, il glorioso san Gio. Chrisostomo, et ultimamente il gran Concilio di Trento, ha commandato con un gravissimo decreto, che questa sorte d’huomini temerarii, et profanatori della parola di Dio, siano castigati severamente. Adunque acciò à buon’hora, si recidano le radici di questa peste, avvezzi il buon padre il figliuolo, ad haver in grandissima veneratione le sante, et divine scritture, nelle quali ci parla Iddio, et ci ha manifestata la sua voluntà, et la via della nostra salute, et parimente, se nella Città sua, o ne i luoghi dove il giovane deve conservare, vi fosse pericolo di tale temerità, avvezzi il giovanetto, et massimamente se è di vivace ingegno, et introdotto ne gli studii delle littere ad abhorrire, et detestare si fatta irreverenza, et sopra tutto à fuggire come altrove s’è ricordato gli heretici, i quali più sfacciatamente, et con maggior danno delle anime, abusano della sacra scrittura, corrompendo la vera intelligenza di essa, contra il senso, et consenso de i santi antichi dottori, et della Chiesa universale.