Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 22

Libro II - Capitolo 22

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Della santissima eucharistia, et come il padre deve procurare che il figliuolo ne sia devoto. Cap. XXII.

Se è offitio del buon padre, ammaestrare il figliuolo à portar molta riverenza à tutti i sacramenti, ordinati da Dio, vasi pretiosissimi della gratia, et instrumenti efficaci della nostra salute, non ha dubbio che con molto maggior studio doverà adoperarsi, perche egli riverisca singularmente, et sia devotissimo del santissimo sacramento della Eucharistia, dove dopo la consecratione sotto il velo di quelle spetie di pane, et di vino, che sensibilmente vediamo, et gustiamo veramente, realmente, et sustantialmente è il fonte di tutte le gratie Giesù Christo S. N. autor della vita, et donator della gloria. Questo è il memoriale della sua benedetta passione. Questo è il pegno dolcissimo dell’amore inestimabile ch’egli ci porta, poi che non contento di esser morto per nostra redentione, si è fatto cibo dell’anime nostre, per unirci, et incorporarci à se medesimo con strettissima unione d’amore. Cibo che dà vita, et vigore, et robustezza all’anima, acciò possa operare opere vive, [p. 45r modifica]quali à lei si convengono di spirito, di virtù, et di santità, non altrimenti che il nutrimento naturale da forza al corpo, onde possa esercitar vigorosamente le sue operationi. Questo è il fuoco celeste, che nutrisce nel cuor nostro il calor della devotione. Questa è la verace manna, che ha ogni sapore di suavità, et ci lieva il gusto delle carni di questo infelice Egitto. Questa è la rugiada che restingue gli ardori, et le fiamme del fomite, et della concupiscenza, percioche quella carne virginale, concetta per operatione de lo Spirito santo di sangue parimente virginale, et purissimo, senza sobboglimento alcuno di libidine, conferisce particular virtù a chi degnamente se ne ciba, contra l’impeto carnale. La onde i giovani spetialmente, ne i quali per ordinario maggiormente avvampano gli incendii della lussuria, hanno bisogno di communicarsi spesso con ogni humiltà, si che possano conservare illeso, et immaculato il fiore gratissimo a Dio della santa Virginità.

Per tanto come s’è cominciato à dire, avvezzi il buon padre il fanciullo a riverir sommamente, il sacramento santo dell’Altare, et con ogni buon modo accenda nel tenero petto questo fuoco d’amore, et di devotione.

Giovarà a questo lo ammaestrarlo, che con grandissima veneratione lo adori in Chiesa, lo accompagni nelle processioni solenni, et mentre è portato a gli infermi, co’l torchio acceso in mano, et col capo scoperto. Similmente quando lo rincontra a caso, et quando gli occorre passare avanti al tabernacolo dove sta riposto, non si scordi mai di salutarlo riverentemente, et col cuore humiliato, et con le ginocchia inchinate sino alla terra.

Pervenuto poi il fanciullo a gli anni della discretione si che già discerna la eccellenza di questo pane celestiale, da quello della terra, lo faccia communicare secondo il giuditio del confessore, et di mano in mano, crescendo la capacità, lo introduca nell’uso più frequente di questo divinissimo sacramento. Non manchi d’insegnargli, come per sedere alla mensa del sommo Re, convenga havere le vestimenta candide, cioè l’anima pura, et lavata da i peccati nella santa confessione. Aggiunga con quanta riverenza, et con un santo timor amoroso, et filiale, con quanto raccoglimento interiore, et esteriormente anchora, con quanto divota compositione di tutto ’l corpo, si debbia assistere à quella sacrosanta, et tremenda mensa, per cibarsi del pane de gli Angeli.

Queste, et altre cose necessarie, insegnarà il padre al figliuolo tanto più facilmente, se con la instruttione delle parole, congiungerà quella più efficace dell’opera, et del suo proprio esempio, percioche essendo i fanciulli come altrove si è detto disposti per natura alla imitatione, sempre più [p. 45v modifica]prontamente, et con diletto faranno quello che vedranno fare a i padri, et alle madri loro.