Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro I/Capitolo 12

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Delle ragioni che persuadono à dover in prima trattare della dignità, et santità del matrimonio. Cap. XII.

Dovendo adunque, quanto la divina gratia ci concederà, mostrare il modo di allevare christianamente i figliuoli, nati di matrimonio parimente christiano, mi sovviene di quel detto di santo Agustino, che i figliuoli sono frutto del matrimonio, si come questo istesso nome ci dichiara, maritandosi la donna per divenir madre. Et se il buon frutto [p. 7v modifica]nasce, secondo il proverbio del Salvatore, dal buon albero, non sarà fuori di ragione il dire, che anchora i buoni figliuoli si devono per il più aspettare da un buono, et santo matrimonio; non già che ciò sia assolutamente necessario, vedendosi non di rado da buoni padri nascer cattivi figliuoli, et per lo contrario, ma si parla probabilmente, et come più communemente suole avvenire. Per tanto mi è parso non inconveniente incominciare la nostra educatione dal suo primo principio, cioè dalla eccellenza, et santità dello stato matrimoniale, esponendo in parte quali debbiano essere i matrimonii christiani, poi che ciascheduno confessa, che in ogni cosa il buon principio è di grandissimo momento, et sopra il fondamento, per cosi dire, d’un buon matrimonio, s’appoggia in gran parte la speranza della felice generatione, et santa educatione di quei figliuoli, che hora prendiamo ad allevare.

Et se ad alcuno forse parerà, che io mi dilati troppo in questa materia, che non è la principale, io prego il benigno lettore ad haver consideratione, che à me si apparteneva, quasi di necessità, in tre luoghi di quest’opera, parlar del matrimonio.

Il primo è questo dove hora siamo per la stretta congiuntione che si trova tra i figliuoli, et il matrimonio, come tra cagione et effetto, et per esser questa, come si è toccato, la prima base, et il fondamento di tutto il nostro edifitio.

Il secondo luogo era nel secondo libro, dove ragionandosi, per le cagioni dette à suo luogo, di tutti i sette Sacramenti di santa Chiesa, anchor di questo, che è uno di quel numero, ci conveniva alquanto di ragionare.

Ultimamente nel terzo libro, dopo haver condotto il nostro figliuolo all’età di pigliar moglie, non si poteva tralasciare di dire alcune cose pertinenti à quella cosi importante deliberatione, et à gli offitii coniugali tra marito et moglie. La onde io ho reputato non essere cosa disdicevole, il raccogliere, invitandoci buona occasione, in un luogo solo tutto il discorso. Il che fo io tanto più volentieri, quanto più si vede, se vero dir vogliamo, che una delle cose, per lo più poco intesa, et meno considerata nel popolo fidele, è la santità del matrimonio, del quale non però intendo io di voler trattare sottilmente, ma quanto basta al nostro proposito, più presto moralmente, che dottrinalmente, et con brevità, rimettendo il resto à i proprii libri et trattati, dove largamente, et con più solidi fondamenti s’insegna la natura del matrimonio, et le conditioni, et effetti suoi. [p. 8r modifica]

Della origine, et institutione del matrimonio, come offitio naturale. Cap. XIII.

Dico per tanto che il matrimonio il quale è una congiuntione maritale, et legitima dell’huomo, et della donna annodata con si stretto ligame, ch’è indissolubile, et contiene una consuetudine, et communicatione individua, et inseparabile di tutta la vita, il matrimonio dico, non è stato introdotto per inventione, non per legge humana, ma per dispositione della natura, et di Dio autore della natura; il quale lo instituì nello stato dell’innocenza, avanti che Adamo nostro primo padre peccasse; percioche come si legge nelle sacre littere havendo Iddio creato il primo huomo, non volse che fosse solo, ma che havesse uno aiuto, et una compagnia simigliante à lui, per ilche havendolo addormentato con un profondo sonno, gli trasse dal lato una costa, et la formò con la omnipotenza sua, in una vera donna, laquale fu la nostra prima madre Eva. Et havendola condotta ad Adamo, gliela diede per compagna, et per moglie, et benedisse ambedue dicendo, crescete, et moltiplicate; allhora Adamo ricevendola per sua, secondo il comandamento di Dio, parlò con alto sentimento in questa maniera: costei è osso delle ossa mie, et carne della carne mia, costei si chiamarà huomo perch’è tratta dall’huomo, per ilche lasciarà l’huomo il padre suo, et la madre, et si starà congiunto con la propria moglie, et saranno due in una carne. In sin qui son parole d’Adamo. Grande adunque è la eccellenza et la dignità del matrimonio poiche la origine, et institutione sua è da Dio, sino dal principio del mondo nello stato felice dell’innocenza, et giustitia originale, nellaquale se havessero perseverato i nostri primi padri, tutti i figliuoli, et nepoti loro sariano stati santi et giusti. Et non solo Iddio hà instituito il matrimonio, ma egli stesso lo strinse di quel nodo indissolubile, del quale habbiamo detto di sopra, si come manifestamente ci insegnò nell’evangelio il Salvator nostro con quelle parole: quello ch’Iddio ha congiunto, l’huomo non separi.