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PRIMO. | 7 |
più come appartenente alla Città di Dio, che come cittadino, et parte di republica terrena, se bene anco à questo si haverà il suo debito riguardo; basta per hora, che in questa maniera i filosofi gentili non hanno trattato, nè potuto trattare dell’educatione; da i vestigii de i quali alcuni de i nostri moderni non si sono molto discostati.
Et benche ne gli antichi padri, chiari per dottrina, et per santità, si leggano molte cose notabili di simigliante materia, nondimeno sono sparse, et quasi nascoste in varii luoghi, et non essendo ridotte insieme, sott ordine certo, et distinto, non se ne viene à raccorre tutto il giovamento che converria, et forse di più, non sono cosi accomodate alla capacità di molti, si come io intendo di fare, havendomi proposto di scrivere, generalmente parlando, per gli huomini più communi, et popolari, à i quali fa maggior bisogno di instruttione, et il numero de i quali senza dubbio è molto maggiore, che non è de i molto intendenti.
Per tanto crederò dover’essere almeno escusato, se per buona intentione di giovare, mi condurrò non di rado à cose particularissime, sapendo che alle operationi humane, che consistono nel particulare, maggior giovamento arrecano i documenti particulari, che le regole universali, se ben forse queste apportano una certa maggior dignità à chi scrive. Ma come si sia, io reputo espediente à chi ragiona di bene allevare i figliuoli, lo abbassarsi etiandio alle cose minime, se veramente elle possono essere mezzo per condurre all’acquisto d’un alto fine.
Et se quel valente scrittore Fiorentino, di cui toccai poco di sopra, ha potuto non solo senza riprensione, ma con sua lode, tessere il suo libro di ricordi molto minuti, per formare un giovanetto nella sola creanza, et costumatezza civile, molto più, s’io non erro, doverà esser lecito à me, che non pretendo introdurre solamente ne i fanciulli il decoro seteriore, quale si richiede nella conversazione commune, ma molto più la compositione interiore, et la solida virtù, col mezzo della buona educatione, et disciplina christiana.
Delle ragioni che persuadono à dover in prima trattare della dignità, et santità del matrimonio. Cap. XII.
Dovendo adunque, quanto la divina gratia ci concederà, mostrare il modo di allevare christianamente i figliuoli, nati di matrimonio parimente christiano, mi sovviene di quel detto di santo Agustino, che i figliuoli sono frutto del matrimonio, si come questo istesso nome ci dichiara, maritandosi la donna per divenir madre. Et se il buon frutto