Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/439. Perché una medesima campagna si dimostra alcuna volta maggiore o minore ch'essa non è

Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra
439. Perché una medesima campagna si dimostra alcuna volta maggiore o minore ch'essa non è

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/438. Pittura: mancherà prima di notizia la parte di quel corpo che sarà di minor quantità Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/440. Pittura IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra
439. Perché una medesima campagna si dimostra alcuna volta maggiore o minore ch'essa non è
Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 438. Pittura: mancherà prima di notizia la parte di quel corpo che sarà di minor quantità Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 440. Pittura

Mostransi le campagne alcuna volta maggiori o minori che esse non sono, per l’interposizione dell’aria piú grossa o sottile del suo ordinario, la quale s’interpone infra l’orizzonte e l’occhio che lo vede. Infra gli orizzonti di egual distanza dall’occhio, quello si dimostrerà esser piú remoto, il quale sarà veduto infra l’aria piú grossa, e quello si dimostrerà piú propinquo, che si vedrà in aria piú sottile. Una medesima cosa, veduta in distanze eguali, parrà tanto maggiore o minore, quanto l’aria interposta fra l’occhio e la cosa sarà piú grossa o sottile. E s’è la cosa veduta nel termine di cento miglia di distanza, le quali miglia sieno aria conforme e sottile, e che la medesima cosa sia veduta nel termine di esse cento miglia, le quali sieno di aria uniforme e grossa con grossezza quadrupla all’aria antidetta, senza dubbio le medesime cose vedute nella prima aria sottile, e poi vedute nella grossa, parranno quattro tanti maggiori che nella sottile.

Le cose ineguali, vedute in distanze eguali parranno eguali; se la grossezza dell’aria interposta infra l’occhio ed esse cose sarà ineguale, cioè l’aria grossa interposta infra la cosa minore; e questo si prova mediante la prospettiva de’ colori, che fa che una gran montagna, parendo piccola alla misura, pare maggiore che una piccola vicino all’occhio, come spesso si vede che un dito vicino all’occhio copre una gran montagna discosta dall’occhio.