Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/433. Pittura e sua membrificazione e componitori

Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra
433. Pittura e sua membrificazione e componitori

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/432. Per fare una figura nel muro di dodici braccia, che apparisca d'altezza di ventiquattro braccia Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/434. Pittura e sua definizione IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 432. Per fare una figura nel muro di dodici braccia, che apparisca d'altezza di ventiquattro braccia Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 434. Pittura e sua definizione

Luce, tenebre, colore, corpo, figura, sito, remozione, propinquità, moto e quiete. Di queste dieci parti dell’ufficio dell’occhio la pittura ne ha sette, delle quali la prima è luce, tenebre, colore, figura, sito, remozione, propinquità. Io ne levo il corpo, il moto e la quiete; e restano cioè luce e tenebre, che vuol dire ombra e lume, o vuoi dire chiaro e scuro, e colore; il corpo non ci metto, perché la pittura è in sé cosa superficiale, e la superficie non ha corpo, com’è definito in geometria. A dir meglio, ciò ch’è visibile, è connumerato nella scienza della pittura. Adunque i dieci predicamenti dell’occhio detti di sopra, ragionevolmente sono i dieci libri in che io parto la mia pittura; ma luce e tenebre sono un sol libro, che tratta di lume ed ombra, e fassene un medesimo libro perché l’ombra è circondata, ovvero in contatto del lume. E il simile accade al lume coll’ombra, e sempre ne’ confini si mischiano insieme lume ed ombra.

E tanto piú l’ombra derivativa si mischia col lume, quanto essa è piú distante dal corpo ombroso. Ma il colore non si vedrà mai semplice. Provasi per la nona, che dice: la superficie d’ogni corpo partecipa del colore del suo obietto, ancoraché essa sia superficie di corpo trasparente, come aria, acqua e simili; perché l’aria piglia la luce dal sole, e le tenebre nascono dalla privazione d’esso sole. Adunque l’aria si tinge in tanti varî colori quanti son quelli onde essa s’interpone infra l’occhio e loro, perché l’aria in sé non ha colore piú che n’abbia l’acqua, ma l’umido che si mischia con essa dalla mezza regione in giú è quello che la ingrossa, e, ingrossando, i raggi solari che vi percuotono l’illuminano, e l’aria che è da detta mezza regione in su resta tenebrosa; e perché luce e tenebre compongono colore azzurro, questo è l’azzurro in che si tinge l’aria, con tanta maggiore o minore oscurità quanto l’aria è mista con minore o maggiore umidità.