Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso

Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva
615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/614. Dell'ombra derivativa creata da lume di lunga figura, che percuote l'obietto simile a sé Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/616. Delle cose bianche remote dall'occhio IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva
615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso
Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva - 614. Dell'ombra derivativa creata da lume di lunga figura, che percuote l'obietto simile a sé Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva - 616. Delle cose bianche remote dall'occhio

Nessuna cosa pare della sua naturale bianchezza, perché i siti ne’ quali essa è veduta la rendono all’occhio tanto piú o men bianca, quanto tal sito sarà piú o meno oscuro; e questo c’insegna la luna, che di giorno ci si mostra nel cielo di poca chiarezza e la notte con tanto splendore, ch’essa ci rende di sé il simulacro del sole e del giorno col suo scacciar delle tenebre. E questo nasce da due cose: e prima è il paragone che in sé ha natura di mostrare le cose tanto piú perfette nelle specie de’ loro colori, quanto esse sono piú disformi; la seconda è che la pupilla è maggiore la notte che il giorno, com’è provato; e maggiore pupilla vede un corpo luminoso di maggior quantità e di piú eccellente splendore che la pupilla minore, come prova chi guarda le stelle per un piccolo foro fatto nella carta.