Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 3/Capitolo 23
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Del cavallo, che si taglia. Cap. XXIII
RItagliandosi’l cavallo, ò con l’unghia, ò ferro, ò chiodi mal ribattuti, sappiasi, che questo avviene; ò per debolezza ordinaria, overo accidentale, ò per non havere il suo piede il ferro, che li conviene; ò per essere ancho quello naturalmente, ò accidentalmente basso nella parte di dentro. Alcuna volta anchora, perche lo pone in terra mancino. Et se andando di passo si ritaglia, maggiormente si ritaglierà di trotto, per essere ciò à lui più faticoso assai. Et quando procedesse da magrezza, ò debolezza, overo da stanchezza, bisogna riposarlo, & ben abbiadarlo: ma non si potendo perche bisognasse cavalcarlo, ò che ripossato continuasse in ritagliarsi, si dee all’hora fare, che li ferri, cosi di piedi di dietro, come dinanzi, siano senza ramponi dal lato di fuori. Togliendosi poi ancho più unghia del medesimo lato, che non si farebbe per l’ordinario; facendo etiamdio fare il quarto di ferro di dentro alquanto più grossetto, che non sarà di fuori. Questo modo cosi osservato basta da alcuni cavalli; però quando non bastasse, s’ha da fare tanto grosso il ferro nella parte di dentro, che nasca quella grossezza in guisa di bottone; ma che sia tale, che non occupi più d’un bucco di chiodo, & che di dietro nel calcagno sia egli fatto totalmente grosso, che aguagli esso bottone; facendo la verga d’esso uguale à l’unghia in quella parte, & l’altra sia senza rampone, & più bassa. Et quando cosi si vuole aiutar il cavallo co’l ferro in questo modo fa opera bonissima; venga poi il ritagliarsi da qual si voglia ragione, eccetto, che dal pie mancino; perche con questa maniera non se li giova, ma co’l modo, che io dirò più avanti. Molti per qual si voglia accidente levano tutto’l quarto di dentro del ferro, ma à me non piace; perche mai per tal cagione non si dee levare quarto alcuno di ferro, quantunque il cavallo si toccasse con esso, che maggiormente si toccarebbe senza, se ben quello postoli con poca ragione tenesse. Et oltre, che egli più si toccarebbe, ancora più s’indebilitarebbe quella parte senza ferro per essere essa si sensitiva come ho detto. Quando poi il cavallo si ritaglia per causa del porre il pie in terra mancino, dico, che all’hora si dee torre parte del ferro ove andarebbe il rampone quando si facesse nella parte di dentro, non però voglio sia più corta, ma stringerla dal lato di fuori: levandone soltanto, che non sia uguale a l’unghia, ma vicino ad essa, facendolo ancho più sottile in quella parte che non sarà’l resto da quel lato; il quale ha da aguagliare di grossezza l’altra parte del ferro, acciò venga il piede à porsi uguale in terra, & non patisca. Io non senza cagione mi son mosso à dire quanto di sopra si è inteso; & questo perche ho veduto molti fare in contrario del mio parere, & essere causa fra l’altre mali operationi, che havendosi alle volte toccato il cavallo tanto dolore ha egli sentito, che per gran pezzo non ha potuto porre il braccio overo gamba in terra. Et questo ho veduto accadere cosi quando ha havuto tutto il ferro ordinario, come quando è stato senza quel quarto di ferro, che alcuni hoggidì levano come ho detto di sopra. Si che conchiudendo dico, che egli è necessario havere al tutto gran consideratione, & maggiormente quando il cavallo non ha animo ne molta forza. Si dee avertire anchora, che li chiodi della parte di dentro sian ben ribattuti, perche il cavallo andando, tal’hor quasi nel mezo delle braccia, ò gambe si tocca; & molte volte s’offende tanto, che sta un pezzo inanti riponga in terra la gamba, ò braccio offeso; si che l’essere ben ribattuti è d’importantia molta. Et però voglio, che bisognando far tante fossette, quante ribattiture di chiodi saranno per nasconderle, si facciano con un bottone di ferro affoccato, che stando nascoste quelle così non potrà nocere.