Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 3/Capitolo 11
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Del modo, che s'ha à giustare l'unghia, & il ferro con essa. Cap. XI.
VOglio, che avanti, che si principia di por chiodi, & tanto più ne pie dinanzi, che l’unghia sia bene acconciata come dee, & c’habbia la sua proportione convenevole facendosi di ciò certo, quando si farà riporre al cavallo il piede in terra. Et fatto questo s’aguaglierà’l ferro con essa, non comportando in veruna cosa, che per la pigritia del maniscalco esso piede patisca, ciò è; che si bisognasse martellare il ferro per meglio giustarlo, si faccia. Giustandosi poi il ferro sul pie, con due chiodi, avanti ch’il resto d’essi si pongano, il primo di quali sia quello della parte di dentro, & del forame di mezo adoperando il mazzo, o martello in aiuto della giustezza. Et l’altro sia quello della parte di fuori pur del forame di mezo, facendo, che il ferro sia ben giusto con questi due chiodi. Di piedi di dietro non si può errare, che i primi chiodi siano quelli del mezo, giustando sempremai tutti li ferri si come ho scritto. Et posti tutti li chiodi, & piegati dietro il corno al basso come ordinariamente si fa, hannosi da tagliare all’hora vicino ad esso corno, tanto però che si possa fare la ribbattitura; la quale prima, che si faccia di fuori si batte ben co martello su la testa di chiodi, aiutandosi d’uno in uno con la tenaglia sotto la ribbattitura, che si farà sul corno.