Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 2/Capitolo 2

Del maneggio detto contratempo col cavaliere à cavallo, & ferri d'esso posti in dissegno. Cap. 2.

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Del maneggio detto contratempo col cavaliere à cavallo, & ferri d'esso posti in dissegno. Cap. 2.
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Del maneggio detto contra tempo co'l cavaliere à cavallo, & ferri d'esso posti in disegno. Cap. II.


QUando si voglia maneggiare il cavallo in misura di contratempo, è di bisogno osservare quanto quì s’intenderà, & per il disegno suo si vedrà. Sapendo prima d’ogni altra cosa, che questo nome di contratempo nasce per non si dar tempo al cavallo d’accommodarsi pe’l diritto, si come fa ne gl’altri maneggi, così à mezo come à tutto tempo; perche si osserva in essi, ch’avanti ’l voltare si tiene prima pe’l diritto, il che non si fa in questo, che il cavallo è spento à tutta fuga nella rimessa, & incominciato à fermarlo passato li due terzi d’essa; nel fine poi si tiene alquanto (la qual cosa non si fa negl’altri maneggi) dalla contraria banda, che si vuole voltare, si come il disegno mostra, voltandolo in quel modo senza, che muti li piedi di dietro da luogo sin tanto, che non è tornato nel diritto sentiero. Et perche accade alcuna volta, che subito voltato si ferma; però dico, che quando questo occorrerà voler fare, s’ha da tenere con la vita pe’l diritto sentiero, & volendo ancho (sia poi fermo, ò con rimesse ò repelone) qualche posate mi remetto; ma quelle facendosi in questa sorte di maneggio, come in qual si voglia altro, sian fatte aggratiatamente, & sopra tutto non molto alte facendolo stare con la vita, & braccia ben raccolte in lui. Et di questa misura, & modo se ne può il cavaliere servire in alcuni cavalli di poca forza, parimente in alcuni poltroni, & in quelli etiandio malamente ammaestrati, à guisa di Tedeschi, & similmente in altri fuggosi, qual cosa si fa, però che volendo, ch’essi vadino deliberati nella rimessa, si per la bella vita, come ancho per fare con più prestezza, & dar maggiore incontro, per poter poi levarli fuor di quella fuga, massime volendosi voltare con prestezza fa bisogno osservar tal modo, usandolo ancho per un impedimento di muro à quella mano, che si volesse voltare. Ma quando paresse non tenere tal modo, ò per mancamento, che nel cavallo fusse, che facesse lui credere di non poterlo fare, overo per non si curare di tante cose, si può farli fare la rimessa poco più, che di galoppo, & tenerlo pe’l diritto, voltandolo poi quando s’havrà accommodato, che la possa fare accommodatamente; la qual volta più avanti dirò il come dee ella essere à star bene. Et perche non voglio, ch’alcuno dubiti, che il farlo uscire dal dritto sentiero non operi di rompere la fuga, voglio dire, che per isperientia si vede in un cavallo sfrenato si come à me è accaduto, che astretto dal bisogno per fermarlo, lo voltai un pochetto con una redina & subito, si fermò, & si pacificò. [p. 77 modifica]

Disegno del sudetto maneggio.