Trattato completo di agricoltura/Volume II/Del Lampone

Del Lampone

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del lampone.

§ 926. Il lampone (rubus idæus, fig. 266), cresce spontaneo in molti paesi dell’Europa, e singolarmente nei climi temperati e freddi. Il suo frutto ha un aroma gradevole.

Le varietà che generalmente si coltivano sono le seguenti:

Lampone comune a frutto rosso, e legno spinoso.

Lampone bianco, simile nell'aspetto al precedente, ma di frutto meno saporito.

Lampone di due volte o di Malta, rosso o bianco; porta frutto sui rami dell’anno antecedente come gli altri, e spesso anche sui germogli radicali dello stesso anno. Il legno è molto spinoso. [p. 229 modifica]

Lampone del Chili a frutto grosso e giallo, ed altro a frutto rosso.

Lampone delle Alpi o di montagna, a frutto piccolo, di sapore più aromatico e di legno più spinoso di quello delle altre varietà.

Le posizioni poco esposte ai cocenti raggi solari sono le migliori pel lampone, ma a torto lo si pianta nei luoghi troppo ombreggiati. Così pure desidera un terreno fresco, alquanto sabbioso, ma non umido.

La coltura del lampone è generalmente trascurata. Si coltiva in linee ed a ceppata. Il primo metodo è quello più adottato. Per l’impianto in linea si cava nel terreno, e nella posizione opportuna, un fossetto largo 0m,50 e profondo 0m,40; sul fondo di questo si dispongono, a 0m,40 l’uno dall’altro, i germogli o polloni muniti di radice, levati presso altre piante di lampone, e vi si rimette tanta terra in modo che il fossetto presenti ancora una depressione di 0m,25. Questi germogli si tagliano all’altezza di 0m,30. Durante la vegetazione si sopprimono tutti i fiori che vi spuntassero, affine di dar vigoria alle radici ed ai nuovi germogli radicali.

Il modo di vegetazione del lampone è il seguente. Il ramo che porta frutto muore nell’autunno dello stesso anno, ma durante la vegetazione la pianta dal colletto sviluppa nuovi germogli, i quali portano frutto nell’anno seguente, e poi subiscono la stessa sorte, e così via via finche la pianta illanguidisce pel continuo rinnovarsi di radici e di germogli radicali. Epperò in quanto al taglio ci regoleremo nel seguente modo. — Nella primavera si leveranno presso al colletto quei rami che portarono frutto l’anno prima; ed i germogli radicali, che pure si svilupparono in quell’anno, si taglieranno più o meno lunghi a norma della loro robustezza, cioè da un metro ad un metro e 30 centimetri; e ciò allo scopo di concentrare l'umore sopra un minor numero di gemme, ed aver quindi migliori o più abbondanti frutti, ed anche per ottenere nuovi e vigorosi germogli radicali. Questo taglio deve farsi soltanto dopo che sia cessato il timore delle brine o dei tardi geli, poichè il lampone entrando presto in vegetazione ne soffrirebbe, laddove, aspettando, la pianta non perderebbe tutt’al più che i germogli della cima, che sono i primi a svilupparsi e conserverebbersi le gemme inferiori che vegetano molto tempo dopo. Anticipando invece il taglio, queste gemme inferiori entrerebbero in vegetazione più presto e [p. 230 modifica]potrebbero soffrire per un improvviso e forte abbassamento di temperatura.

Fatto il taglio come si disse, i rami si fissano ad una intelajatura tutta di legno, o di legno e filo di ferro, disposta lungo la linea, ma lontana da essa circa 0m,50. Questa operazione serve a mantener meglio i frutti, ed anche a non confondere coi vecchi i nuovi germogli radicali, i quali appena che abbiano un’altezza di 0m,6 si fissano invece ad altra intelaiatura disposta dall’altro lato della linea, pure a 0m,50 di distanza.

Durante lo sviluppo dei germogli radicali si dovrà far attenzione perchè non se ne sviluppi un numero soverchio, epperò riescano tutti deboli e poco fruttiferi per l’anno vegnente. Si dovranno quindi sopprimere i meno robusti e più lontani dalla linea.

Nella seguente primavera si taglieranno i rami che portarono frutto, si staccheranno i nuovi germogli dall’intelajatura ove erano attaccati, e si fisseranno a quella cui erano fissati i rami tagliati; rinnovando le cure già indicate. Nel terzo anno si rimetterà nella fossetta un poco di quella terra che venne lasciata al di fuori, mescolandola ad un poco di concime ben consumato. Così poi si continua ancora per due o tre anni finchè siasi ricolmato il fossetto. Una tale aggiunta di terra serve a ricoprire le numerose radici che si sviluppano al colletto della pianta, e quindi ad ottenere una più vigorosa vegetazione.

Dopo otto o dieci anni la piantagione comincia a deperire e conviene rinnovarla in altra posizione opportuna.

Per prolungare la fruttificazione del lampone sino alla state od all’autunno, abbisogna tagliare poco sopra terra alcuno dei germogli dell’anno antecedente. Con ciò i nuovi germogli si svilupperanno più vigorosamente e non sarà difficile che verso le epoche suindicate si coprano di fiori alla cima e portino frutti che succedano ai primi dei rami dell’anno antecedente. Questi frutti, non potendo godere di molta temperatura, riescono meno saporiti.

Il lampone si può coltivare anche in campagna aperta ed a ceppate, distanti fra loro 1m,20 e senza alcun sostegno.

Questa pianta è danneggiata grandemente dalla Caruga comune, e da una larva che nasce da uova circondanti i rami a guisa d’un anello.

Il frutto del lampone deve esser colto appena che sia maturo, poichè facilmente si guasta, o cade anche per una leggier scossa prodotta dal vento.