Tisbe, il so, nol celar; non è difetto

Giovan Francesco Maia Materdona

Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu Sonetti Letteratura IX. L'esempio Intestazione 2 agosto 2022 100% Da definire

Ecco l'alba, ecco l'alba, ecco il bel giorno La ninfa sua d'orgoglio amica e d'ira
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Francesco Maia Materdona
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IX

L’ESEMPIO

     Tisbe, il so, nol celar; non è difetto
ch’abbi a celar, ch’opra è d’amore al fine:
ier, su l’ore piú fresche e mattutine,
t’abbracciò Coridon dentro un boschetto.
     Fa’ ch’io t’abbracci ancor, ché ti prometto
tre canestri, un di gelse, un di susine
ed un altro o di fraghe o d’armelline,
e, s’al padre l’involo, anco un capretto.
     Diman, cor mio, ne la medesim’ora
torna al boschetto istesso; ivi m’attendi,
ch’a quel luogo, in quel tempo, i’ verrò ancora.
     Taciturna pian pian per l’orto scendi,
che non t’oda o ti veggia altri uscir fuora,
e lá m’aspetta, o lá t’aspetto: intendi?