Tirsi, se udrò mai più che Aglauro canti
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Questo testo fa parte della raccolta Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte
GIULIANO SABBATINI.1
Tirsi, se udrò mai più che Aglauro canti
Di Vetturia e di Porzia, o della forte
Lucrezia, e tenti in rime gravi accorte
Nuovi al suo sesso aggiunger pregi e vanti:
Deh perchè t’armi di tai nomi e tanti,
Dirolle, e sangue ne dipingi e morte,
E ’l saggio orgoglio, che potea la sorte
Cambiar di Roma e porsi all’arme avanti?
Vieni tu sola Aglauro, e teco i bei
Carmi, e di tue Virtù l’inclita schiera,
Ch’assai tu sola al tuo pensier ben sei:
E nostra Gloria già sì viva e vera
Vinta a te renderassi, e vedrem lei
Di sua gran Vincitrice irsene altera.
Note
- ↑ Per li 3 mirabili Sonetti della Signora Faustina Maratti Zappi sopra le tre Romane, Vetturia, Lucrezia, e Porzia.