<dc:title> Teoria degli errori e fondamenti di statistica </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Maurizio Loreti</dc:creator><dc:date>2006</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Teoria_degli_errori_e_fondamenti_di_statistica.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Teoria_degli_errori_e_fondamenti_di_statistica/C.2&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20220903080932</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Teoria_degli_errori_e_fondamenti_di_statistica/C.2&oldid=-20220903080932
Teoria degli errori e fondamenti di statistica - C.2 La correlazione lineare Maurizio LoretiTeoria degli errori e fondamenti di statistica.djvu
Per due variabili casuali qualunque si definisce poi il coefficiente di correlazione lineare (anche indicato col simbolo , o semplicemente come ) nel modo seguente:
.
Il coefficiente di correlazione di due variabili è ovviamente adimensionale; è nullo quando le variabili stesse sono statisticamente indipendenti (visto che è zero la loro covarianza); ed è comunque compreso tra i due limiti e . Che valga quest’ultima proprietà si può dimostrare calcolando dapprima la varianza di una variabile casuale ausiliaria definita attraverso la relazione , ed osservando che essa deve essere una quantità non negativa:
;
da cui
.
Poi, compiendo analoghi passaggi su un’altra variabile definita stavolta come , si troverebbe che deve essere anche .
Se il coefficiente di correlazione lineare raggiunge uno dei due valori estremi , risulta ; e dunque deve essere
cioè ed devono essere legati da una relazione funzionale di tipo lineare. [p. 260modifica]
Vale anche l’inverso: partendo infatti dall’ipotesi che le due variabili siano legate da una relazione lineare data da
, con finito e non nullo, ne consegue che:
.
Il segno del coefficiente di correlazione è quello del coefficiente angolare della retta. Sono da notare due cose: innanzi tutto il rapporto perde significato quando o quando , cioè quando la retta è parallela ad uno degli assi coordinati: in questi casi ( costante o costante) una delle due grandezze non è in realtà una variabile casuale, e l’altra è dunque indipendente da essa; è facile vedere che tanto il coefficiente di correlazione tra e quanto la covarianza valgono zero, essendo in questo caso.
Anche quando esiste una relazione funzionale esatta tra e , se questa non è rappresentata da una funzione lineare il coefficiente di correlazione non raggiunge i valori estremi ; per questa ragione appunto esso si chiama più propriamente “coefficiente di correlazione lineare”.