Temendo la sorella del Tonante
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XV secolo
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Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
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Sonetto fatto a Reggio, tornando io da Milano, dove trovai novelle che una donna aveva male.
Temendo la sorella del Tonante,
che a nuovo amor non s’infiammassi Giove;
e Citerea che non amassi altrove
il fèro Marte, antico e caro amante;
la casta dea delle silvestre piante,
invida alle bellezze oneste e nove,
Pallade, che nel mondo si ritrove
donna mortal piú casta e piú prestante,
ferono indebilir le sante membra,
ch’èn di celeste onor, non di mal degne.
Ah invidia, insin nel ciel tien’ tua radice!
Tu, biondo Apollo, s’ancor ti rimembra
del tuo primiero amore, e non si spegne
pietade in te, fammi, ché puoi, felice.