Teatro Historico di Velletri/Epigrammi e sonetti
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DEL M. Ill. e Reverendiss. S. Gio. Carlo Antonelli Velletrano, Dott. nell’Una, e l' Altra Legge, di Filosof e Teolog. Prot. Apst. e Vic. Gen. nel Vescovato d’Albano.
EPIGRAMMA
Virtutis celebras præmia digna tuæ.
Ille solum decorat bellis natale, perenni
Tu patrium illustras nomine, THEVLE, decus.
Dell’Istesso EPIGRAMMA.
Ultimæ et æquavit Martia Regna plageæ.
Sed Velitris addendus honos: qui Marte cruento
Subiecit populos, hic Veliternus erat.
DEL M. Ill. Sig. Eugenio Braconi Velletrano
Dottor nell’una, e l’altra Legge.
ELOGIO.
VNIVS DVM INCLITE VRBIS
THEVLVS, VEL AEOLVS
CINEREM SPARGIT CALAMO,
MOENIA E CINERE ERIGIT VETVSTA,
VOLSCORVM REGNVM
EFVNERE REPARAT
FERACIVS, BELLACIVSQVE,
TOT HINC VNI VRBES.
ET IPSA PROLI,
FILIVS IMO PARENTI,
QVIBVS
FAVSTITATEM PERENNITATEMQVE
PRECATVR
EVGENIVS BRACONVS.
Del M. Rev. P. D. MELCHIORRE da Graça Lusitano Mathofiense
V. I. D. Prot. Ap. e Can. Secolare della Congr, di S. Gio. Evang.
EPIGRAMMA.
Prima dedit, tantum sed tegit ille decus.
Ut Calamo extollat sublimis ad Astra Velitras
Volscorum THEULUS Gloria nobilor.
Eruit è tetro Patriæ. Monumenta Sepulcro,
Quæ surgunt hodie munere clara suo.
Ergo prior Sangus, Volíci, THEULUSQ. secundus
Plaudite, famosa Conditor Urbis erit.
Del M. Rev. P. Don PIETRO PAOLO CARAVAGGIO
Milanese Somasco.
ELOGIO.
ADVOLA PENNA
IN PATRIS BONAVENTVRAE, AN IPSIVS SAPIENTIAE
LAVDES INVITERIS, DVBIA,
QVAS SI NEQVIS, QVIA PENNA ES, ATTOLLERE,
HIC DEPONE,
IN NIGREDINEM ENIM IRRVMPES,
VT SOLEM PRAEDICES, QVEM MACVLIS INSPERGIS;
SOLIS ENIM NATVRAM EMVLARI DICITVR,
DVM LVCEM E TENEBRIS REVOCAT,
TEMPORVM LONGITUDINE OBLITERATA
EDVCENDO;
QVAE CANDIDIORIS SVI STYLI
PERSPICACITATE EXPVRGATA,
EO ELVCENT CLARIORA,
QVO FACILIVS NOMINIS IMMORTALITATEM
IPSO AVSPICE CONSEQVVNTVR.
DISCE LECTOR.
A SAPIENTIA IMMORTALITAS.
Del M. R. P. Matt. FRANCESCO IANNOZZI di Capranica
Difinitore Perpetuo, e Padre della Prov. di Roma de Min. Con.
SONETTO.
Chiamar’a nuova luce, opra è di Dio,
E l’Alme già sepolte in lungo oblio
Ritoglier vive dalla Morte audace.
L’Alta Regia de’ Volsci hor non più giace
Frà l’ombre, anzi splendente ecco n’uscio
Novella, c co’ suo Heroi, se già morio, a
Ne’ tuoi Scritti hor risorge alma, e vivace.
Per un’ sol giorno al Sole i passi illustri
Arrestò Giosuè, ma il tuo valore
Rivoca il Tempo a noi di mille Lustri.
BUONA VENTURA è dunque al Tempo, e all’hore
Porre il freno, e poter con modi industri
Nuovi Regni formar, nuovo stupore.
Del M. R. P. M. GUGLIELMO PLATI da Mondaine dell’istess’Ordine
Difinitore Perpetuo, e Padre della Prou.de la Marca,
e Metafis. publ. della Regia Università di Pavia.
SONETTO.
E d’OTTAVIO le Glorie qui distende,
Come le Piume a la Fenice ha tolto,
Da l’Immortalità l’Inchiostro ei prende
E con la Vita a guerreggiar! rivolto,
A trar’ fin’ da i Sepolcri i Morti apprende,
Ma ne’ suoi Scritti ogni Scrittor sepolto,
Poi con la Morte di poter’ contende,
E fatto anzi del Cielo Emolo in Carte,
Ciò, che d’eterno ogni mortal qui bramą,
Dona scrivendo, e con la man comparte.
Cosi mentre la Patria honora, ed ama,
Lungh’Istorie di lei tessendo ad arte,
Tesse l’Istorie à se della sua fama.
Del Molto Rev. Padre Maestro DIONISIO TIBERII
da Velletri dell’istess’Ordine.
SONETTO.
Furon’ Patria d’Heroi, Cuna d’Augusti,
Mentre del Mondo intier’ li Spatij vasti
Furono a’ Parti tuoi pochi, & angusti.
D’Honor’, superba, anc’il vessilio alzasti,
Portando di Corone i Crini onusti,
Ma che, col Tempo edace al fin’ pugnasti,
E furon’, vinta, i preggi tuoi combusti.
Hor’ fansi eterni i tuoi preggiati acquisti,
Fausti hor’ son gl’Astri, che maligni havesti,
Ne fian’ le Glorie tue mai più nascoste.
C’Hora del Parto tuo, ch’in sen’ nudristi
Penna fatal’(questo à tua Gloria resti)
Ti fa Immortal’, benche pria estinta foste.
Del Molto Illustre Sig. Cavaliere e Dottore THEOCRITO
MICHELETTI da Velletri.
SONETTO.
PARLA VELLETRI.
A’ Mortal di sapere, à me di dire
Qual fosse il mio Fattore; il non scoprire
Il Genitor, mi rende ogn’hor felice.
Fui già Regia d’Augusti, ed infelice.
Provai di Marte, e di Fortuna l’ire;
Mi fur glorie gl’assalti, ed il soffrire
Nelle stragi mi fè forger Fenice.
O che BUONAVENTURA; hor più lo sdegno
Di Morte, nè del Fato io temo i Strali,
Che nell’Eternità fondato hò il Regno.
Poi che il THEULI mio Figlio hebbe dall’Ali
Del Tempo la sua Penna, e con ingegno
Rende nelle sue Carte ambo Immortali.
Dil 3
Del Molto Ill. Sig. LODOVICO PROSPERI da Velletri
Dottor dell’una, e l’altra Legge.
то.
SONETTO.
Arse à prò della Patria ardito, e forte
Mutio la destra errante, e in cotal sorte
Fù più, ch’altrui, crudo à se stesso, e fiero.
Souva il feroce suo franco Destriero
Per l’istessa cagion correndo à morte
Curtio tentò per vie spedite, e corte
Di profonda voragine il sentiero.
Del pari ambi però non poco erraro,
Porgendo a Roma una sol volta aita,
E codardia più, che valor mostraro.
Hor che la Penna tua con Stil si chiaro,
THEULI, giova alla Patria, e resti in vita;
Mostri maggior virtù, valor più raro.
Del Signor SALVATORE LAURI da Velletri.
SONETTO.
Dalle Ruote del Sol Fiamma vitale;
Ed altri osò dal Baratro infernale
Spirto al Mondo ritrar dal Mondo casso.
Tento medica Man torcere il passo,
Rinovar l’hore all’Età curva, e frale;
Questo morì, ne vide altro natale,
Ricadder quelli al Regno oscuro, e basso.
Tu rinuovi, ravvivi, e saggio puoi
L’Alme eternar trà luminose scorte
E l’Ombre trar da’ cupi Centri suoi.
Raffreni il Tempo, e domini la Sorte,
E da la Penna, e da gľ’Inchiostri tuoi
Cade estinto l’Oblio, vinta la Morte.