Supplemento alla Storia d'Italia/XXXIII

XXXIII - Bonaparte fa conoscere al Direttorio la situazione dell'esercito in Italia, e quella dell’inimico, e parla specialmente di Mantova

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XXXIII - Bonaparte fa conoscere al Direttorio la situazione dell'esercito in Italia, e quella dell’inimico, e parla specialmente di Mantova
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Dal Quartier Generale di Roverbella, 18 messidoro anno 4

(4 Luglio 1796)


XXXIII - Il Generale Bonaparte al Direttorio esecutivo.


Mi si annunzia in questo momento, cittadini direttori, avere il presidio di Mantova fatto una sortita; ma esservi rientrato più sollecitamente che non n’era uscito, lasciando sul campo una cinquantina di morti. Io andrò questa sera a riconoscere i luoghi per determinare le ultime operazioni dell’assedio; in tre o quattro giorni, la trincea sarà aperta.

Le divisioni dell’esercito, che stanziano sulle montagne del Tirolo, godono di perfetta sanità. La divisione del Generale Serrurier, che assedia Mantova ed è forte di 7,000 uomini, comincia ad aver ogni giorno cinquanta ammalati. Mi è impossibile di tener un minor numero di uomini intorno a Mantova, dove ne stanno di [p. 58 modifica]guarnigione 8, o 10,000 almeno. Compie un mese che io tengo così bloccata questa piazza. L’inimico, informato probabilmente della debolezza degli assedianti, ha voluto spesso far delle sortite, e sempre è stato battuto. Ma presentemente io sono costretto a rinforzar questa divisione, poiché si sta per dar principio all’apertura della trincea. Spero che saremo quanto prima padroni della Città, senza di che noi avremmo molti ammalati.

Wurmser incomincia a far dei movimenti per tentar di togliere il blocco da Mantova. Io sto con impazienza attendendo i dieci battaglioni dall’esercito dell’Oceano, che voi mi avete da gran tempo annunziati, e de’ quali io non ho per anche avuto novelle. Io non mi occuperò delle richieste da farsi a Venezia se non quando l’operazione di Genova sarà compiuta, Mantova presa, e terminati gli affari che si sta per intraprendere. I rinforzi giunti all’inimico si fanno ascendere a 31,000 uomini, cosicché la di lui forza è in tutto di 67,000 uomini, computandovi 10,000 Tirolesi, l’avanzo dell’esercito di Beaulieu in 18,000 uomini, ed il presidio di Mantova in 8,000. La forza del nostro esercito è la seguente: Divisione di Massena, 13,000 uomini; di Sauret, 8,000; d’Augereau, 8,000; Serrurier, 7,000; Despinois, 5,000; cavalleria, 3,000: in tutto 44,000 uomini. Voi vedete di quanto l’inimico è a noi superiore di forze. In questi 44,000 uomini non sono comprese le guarnigioni di Livorno, di Milano, di Pavìa, di Tortona, ec. Nell’ultima mia lettera io vi annunciava aver domandato 6,000 fucili alla Repubblica di Lucca: erano questi già consegnati; ma non essendo di calibro, ne ho dovuto ordinare la restituzione.

Ho fatto sequestrare a Livorno tutte le proprietà Napoletane, attesoché, per l’armistizio, non può la sospensione d’armi riguardarsi come incominciata se non dal momento in cui la cavalleria Napolitana si condurrà nelle posizioni che le sono indicate. Tuttavia io credo che voi potrete ordinare la restituzione ai Napoletani delle loro proprietà in un Articolo del trattato di pace. Ho dato ordine che tutti gl’inventarj degli effetti spettanti ai Napoletani fossero fatti alla presenza del loro Console.