Supplemento alla Storia d'Italia/XC
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Dal Quartier Generale di Trieste, 11 fiorile anno 5
(30 Aprile 1797)
XC - Al Direttorio esecutivo.
I Veneziani si conducono di giorno in giorno sempre più male; la guerra è qui dichiarata di fatto; la strage ch’essi han fatto del cittadino Laugier, che comandava l’avviso il Liberator dell’Italia, è la cosa la più atroce del secolo. Il cittadino Laugier usciva da Trieste; fu incontrato da una flottiglia dell’Imperadore composta di otto a dieci scialuppe cannoniere; egli si battè una porzione della giornata con esse, dopo di che cercò rifugiarsi sotto il cannone di Venezia. Vi fu ricevuto a colpi di mitraglia dal forte. Egli ordinò al suo equipaggio di mettersi nel fondo della cala, e con la sua truppa domandò perchè fosse trattato da nemico; ma nello stesso momento ricevè un colpo di palla che lo stramazzò su la coverta freddo morto. Un marinaro che si salvava a nuoto fu inseguito dagli Schiavoni, ed ucciso a colpi di remo. Questo avvenimento non è che una mostra di ciò che accade tutti i giorni in Terra-ferma. Quando leggerete questa lettera la Terra-ferma sarà nostra, ed io vi darò degli esempi memorabili. In quanto a Venezia ho ordinato che tutti i bastimenti veneziani, che si trovano a Trieste e ad Ancona, sieno all’istante sequestrati; ve ne son qui molti noleggiati per l’America, che hanno un valore molto alto indipendentemente da una cinquantina degli ordinarj. Non credo che Lallement trovi confaciente alla sua dignità di restare a Venezia, come M. Quirini a Parigi. Se il sangue francese dev’esser rispettato in Europa, se volete che non se ne faccia uno scherno, bisogna che l’esempio su di Venezia sia terribile; ci è necessario spargere sangue; è indispensabile che il nobile Ammiraglio veneziano che ha presieduto a questo assassinio, sia pubblicamente giustiziato. M. Quirini cercherà d’intrigare a Parigi, ma i fatti e il tradimento infame de’ Veneziani, che volevano assassinare i soldati che seguivano la retroguardia dell’armata, mentre noi eravamo in Germania, è pur troppo notorio. Calcolo, che in questo momento essi abbiano assassinato più di 400 de’ nostri soldati, e intanto non v’è mai stato in Terra-ferma maggior numero di truppe veneziane: essi l’anno inondata de’ loro Schiavoni. Han tentato di impadronirsi della cittadella di Verona, la quale anche in questo momento si cannoneggia con la Città.
Il Senato mi ha spedito a Gratz una deputazione; io l’ho trattata come meritava. Essi mi han domandato cosa mi volessi; io ho detto loro di mettere in libertà tutti que’ che avevano arrestati: sono i più ricchi della Terra-ferma, che sospettavano esser nostri amici, perchè ci han bene accolti; di disarmare tutti i contadini; di congedare una parte de’ loro Schiavoni, poichè un armamento straordinario è inutile; di cacciar via il Ministro d’Inghilterra, il quale ha fomentato tutte le turbolenze, ed è il primo a passeggiare col Leone di San Marco su la sua gondola, e la coccarda veneziana, che porta da quando essi ci assassinano; di consegnare nelle nostre mani la successione di Thiery, la quale è valutata a venti milioni: di consegnarci tutte le mercanzie appartenenti agl’Inglesi; il loro porto n’è pieno; di far arrestare coloro che hanno assassinato i Francesi, o almeno i più distinti tra’ nobili Veneziani.
Or ora io partirò per Palma-Nova, di là per Treviso, e da Treviso per Padova. Avrò tutti i particolari de’ disordini commessi nel tempo che noi eravamo in Germania: riceverò pure i rapporti di Lallement su l’assassinio di Laugier. Prenderò delle disposizioni generali per tutta la Terra-ferma, e farò punire di una maniera così esemplare, che se ne serberà memoria per un’altra volta.