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del secolo. Il cittadino Laugier usciva da Trieste; fu incontrato da una flottiglia dell’Imperadore composta di otto a dieci scialuppe cannoniere; egli si battè una porzione della giornata con esse, dopo di che cercò rifugiarsi sotto il cannone di Venezia. Vi fu ricevuto a colpi di mitraglia dal forte. Egli ordinò al suo equipaggio di mettersi nel fondo della cala, e con la sua truppa domandò perchè fosse trattato da nemico; ma nello stesso momento ricevè un colpo di palla che lo stramazzò su la coverta freddo morto. Un marinaro che si salvava a nuoto fu inseguito dagli Schiavoni, ed ucciso a colpi di remo. Questo avvenimento non è che una mostra di ciò che accade tutti i giorni in Terra-ferma. Quando leggerete questa lettera la Terra-ferma sarà nostra, ed io vi darò degli esempi memorabili. In quanto a Venezia ho ordinato che tutti i bastimenti veneziani, che si trovano a Trieste e ad Ancona, sieno all’istante sequestrati; ve ne son qui molti noleggiati per l’America, che hanno un valore molto alto indipendentemente da una cinquantina degli ordinarj. Non credo che Lallement trovi confaciente alla sua dignità di restare a Venezia, come M. Quirini a Parigi. Se il sangue francese dev’esser rispettato in Europa, se volete che non se ne faccia uno scherno, bisogna che l’esempio su di Venezia sia terribile; ci è necessario spargere sangue; è indispensabile che il nobile Ammiraglio veneziano che ha presieduto a questo assassinio, sia pubblicamente giustiziato. M. Quirini cercherà d’intrigare a Parigi, ma i fatti e il tradimento infame de’ Veneziani, che volevano assassinare i soldati che seguivano la retroguardia dell’armata, mentre noi eravamo in Germania, è pur troppo notorio. Calcolo, che in questo momento essi abbiano assassinato più di 400 de’ nostri soldati, e intanto non v’è mai stato in Terra-ferma maggior numero di truppe veneziane: essi l’anno inondata de’ loro Schiavoni. Han tentato di impadronirsi della cittadella di Verona, la quale anche in questo momento si cannoneggia con la Città.
Il Senato mi ha spedito a Gratz una deputazione; io l’ho trattata come meritava. Essi mi han domandato cosa mi volessi; io ho detto loro di mettere in libertà tutti