Supplemento alla Storia d'Italia/LXXXVII
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Milano, 21 germile anno 5 (10 Aprile 1797)
LXXXVII - Al Generale in capo.
Le turbolenze continuan sempre tra Brescia, e Verona. I Veneziani, a forza di danaro, son riusciti a far prender le armi a molte migliaja di contadini, i quali di concerto con le truppe venete, sotto pretesto di ristabilir l’ordine in Brescia, insultano, arrestano, ed assassinano anche tutti i Francesi che incontrano. Un Francese non ardisce farsi vedere nelle strade di Verona. Il Gen. Balland ne ha fatto delle rimostranze severe al Potestà, e ne ha ricevuto risposte evasive; sembra che il General Balland non abbia forze sufficienti per farsi rispettare. Io vi ho già reso conto di avere spedito circa 3,000 uomini per dissipare, e disarmare tutti gli attruppamenti, che impedivano le comunicazioni dell’armata. Credo che sia estremamente importante di non lasciar prendere consistenza a simili attruppamenti, e di limitare ai Veneziani il numero delle truppe che loro sarebbe permesso d’avere in Terra-ferma. So che il General di divisione Victor ha l’ordine di portarsi a Treviso; egli potrebbe agevolmente arrestare, e disarmare gli Schiavoni, che i Veneziani fan passare in gran numero a Padova. Voi conoscete la perfìdia del Governo dì Venezia, e ne avete una prova ne’ numerosi assassinj, che sono stati commessi su le truppe francesi nel tempo della nostra prima ritirata d’innanzi a Mantova. Non è stato mai fatto alcun passo per arrestare, e punire questi assassinj quantunque fossero conosciuti. Posso assicurarvi che gli assassinj, i quali si son cominciati di già contro i Francesi, si propagheranno in modo spaventevole, se non si prendono le misure più vigorose per disarmare tutti i Veneziani: una parte della divisione del Generale Victor potrebbe facilmente eseguirlo; bisognerebbe sopratutto occupar Verona, e disarmarla. Leggerete nel giornale che vi accludo un articolo relativo a Serrurier redatto da Porro. Io non ho mai saputo ciò che aveva fatto il General Serrurier, e mi sembra singolare che Porro ne sia stato informato, ed io no. Il General Clarke mi scrive da Turino una lunghissima lettera, che qui vi annetto: ho preso tutte le precauzioni possibili per ottenere ciò ch’egli ha in mente. Ho qualche ragione di credere, che un tal Flavigni ajutante-generale (il quale era stato impiegato col General Rey) abbia qualche parte all’intrigo di suscitar la rivoluzione in Novara. Io lo fo sorvegliare, e vi domando che debba farne; è un uomo sempre austriaco, e non lo credo capace di grandi cose buone. Non ho alcun ordine che lo riguardi.
Qui vi sono due depositi di Cacciatori arrivati dall’interno: non li ho spediti a Bossalo perchè vi morirebbero di fame, e dall’altra parte essi mi sono utili, pel servizio della piazza, perchè tutti gli uomini disponibili che aveva, sono stati spediti, sotto gli ordini dall’ajulante-generale Conthaud, per dissipare gli attruppamenti. Vi piaccia, Generale, ricordarvi del congedo, che vi ho domandato. Vi assicuro di nuovo, che da questo congedo dipende la possibilità che io non sia ridotto a mendicare.
Kilmaine.