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mi scrive da Turino una lunghissima lettera, che qui vi annetto: ho preso tutte le precauzioni possibili per ottenere ciò ch’egli ha in mente. Ho qualche ragione di credere, che un tal Flavigni ajutante-generale (il quale era stato impiegato col General Rey) abbia qualche parte all’intrigo di suscitar la rivoluzione in Novara. Io lo fo sorvegliare, e vi domando che debba farne; è un uomo sempre austriaco, e non lo credo capace di grandi cose buone. Non ho alcun ordine che lo riguardi.

Qui vi sono due depositi di Cacciatori arrivati dall’interno: non li ho spediti a Bossalo perchè vi morirebbero di fame, e dall’altra parte essi mi sono utili, pel servizio della piazza, perchè tutti gli uomini disponibili che aveva, sono stati spediti, sotto gli ordini dall’ajulante-generale Conthaud, per dissipare gli attruppamenti. Vi piaccia, Generale, ricordarvi del congedo, che vi ho domandato. Vi assicuro di nuovo, che da questo congedo dipende la possibilità che io non sia ridotto a mendicare.

Kilmaine.




Venezia, 27 germile anno 5 (16 Aprile 1797)


LXXXVIII - Al Generale in Capo.


Non ho potuto giungere in Venezia prima di jeri l’altro alle tre del mattino. Mi son portato sollecitamente in casa del cittadino Lallement, al quale ho consegnata la lettera, di cui mi avevate incaricato. Lo stesso giorno alle nove del mattino, ho veduto il S. Pesaro, il quale secondo il suo solito mi ha protestato, che la Repubblica di Venezia era amica della Francia, e che il Governo era pronto a provarlo con tutte le soddisfazioni, che voi potreste domandare: egli si è occupato a convocare straordinariamente il Collegio, dopo di avermi esposta la forma. Venni introdotto jeri alle dieci del mattino nel Collegio; e mi fu assegnato il posto alla dritta del Doge. Dopo aver detto loro in quattro parole l’oggetto della mia missione; ho letto la vostra lettera; il Doge mi ha risposto presso a poco lo stesso che dice nella sua lette-