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Procopio di Cesarea - Storia Segreta (VI secolo)
Traduzione dal greco di Giuseppe Compagnoni (1828)
Capo III
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CAPO III.

Teodosio per ritornare vuole l’allontanamento di Fozio. Carattere di questo giovine; e come sia costretto ad allontanarsi. Teodosio, dopo aver vissuto di nuovo alcun tempo presso Antonina si restituisce ad Efeso. Delirii di questa donna che induce il marito ad interporre l’autorità dell’Imperadore per riavere Teodosio. Perchè costui finga di volere ad ogni modo rimanersi in Efeso.

Teodosio alla chiamata fattagli rispose ch’egli non sarebbe andato in Italia, ove allora trovavansi Belisario e Antonina, a meno che non se ne allontanasse Fozio. Era Fozio tal uomo, che con assai mal cuore vedeva che presso qualunque altro fosse tenuto più di lui. E [p. 54 modifica]della fortuna di Teodosio spezialmente mostravasi assai rattristato, nè senza ragione: perciocchè, quantunque figliuolo, niun conto facevasi di lui; e Teodosio al contrario avea e credito e ricchezze enormi, essendo voce pubblica, che dagli erarii di Cartagine e di Ravenna aveasi appropriate dieci mila libbre d’oro, poichè nel maneggio del denaro dello Stato non avea collega, e godeva intanto di somma autorità. Or saputa ch’ebbe Antonina la risoluzione di Teodosio, non cessò di perseguitare il figliuolo, e con arte poco meno che da parricida circonvenirlo, finchè ottenne, che incapace di sostenere tanti intrighi, e tanta malevolenza, partisse, e se ne andasse a Costantinopoli, e Teodosio venisse a lei in Italia: d’onde, poichè abbondantemente rimase sazia della convivenza col drudo, e della fatuità del marito, accompagnata da entrambi si restituì a Costantinopoli. Qui però Teodosio cominciò a sentire i rimorsi della coscienza, ed a pensar seriamente a prendere migliore risoluzione. Capiva egli che la sua tresca non poteva starsi occulta, veggendo la donna incapace di mettere alcun freno alla libidine; chè anzi abbandonata apertamente alla sfrenata passione niun ribrezzo faceale l’opinione e l’infamia di adultera, ch’ella presso il pubblico avea. Laonde ritornatosi ad Efeso, e fattasi, com’era uso, tagliare la chioma, si fece monaco. Alla nuova di questo fatto Antonina ebbe ad impazzire; perciocchè non si fece riguardo di dimostrare la tristezza che venne ad opprimerla, e colla qualità del vestito che prese, e con quella del vitto. Vedeasi inoltre di tratto in tratto correre lagrimando, ed urlando per tutta la casa; e [p. 55 modifica]lamentarsi, essendo pur anco vivo il marito, d’aver perduta la fede, la grazia, la benevolenza, le attenzioni e le cure di un uomo ottimo; ed in lamentazioni simili trasse il marito medesimo, a tanto che egli stesso con tutto l’impegno cercò che il diletto Teodosio venisse richiamato. A quest’oggetto recossi all’Imperadore, e all’Augusta, e mille suppliche interpose, e finalmente ottenne che lo facessero ritornare, dicendolo alla sua casa necessariissimo sì pel presente, che per l’avvenire. Ma resistette Teodosio, dichiarando essersi già con pieno animo consecrato all’istituto monastico. Era però in lui tutto questo una pura finzione, meditando egli di andare nascostamente, come in realtà fece, a trovare Antonina subito che da Costantinopoli Belisario fosse partito.