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Introduzione Capo II
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CAPO PRIMO.

Incomincia la narrazione degli amori di Antonina, moglie di Belisario, con Teodosio. Perchè, e come Belisario volle far morire Teodosio, e questi si salvò in Efeso.

La moglie di Belisario, di cui negli antecedenti libri io feci menzione, ebbe per avo e padre due aurighi, i quali la loro arte esercitarono in Costantinopoli, e in Tessalonica. Sua madre fu di quelle donne che prostituiscono la loro pudicizia nel postribolo. Seguì da prima anch’essa quella impurissima vita; e datasi alla dissolutezza, e presa pratica sì delle arti segrete di tal [p. 50 modifica]condizione, come di quanto poteva mai fruttarle guadagno, si sposò a Belisario, avendo già avuto innanzi parecchi figliuoli. Ben presto poi la libidine la portò ad essere anche adultera; ed immergendosi in siffatti vizii cercava di occultare la cosa, non perchè temesse del marito, non avendo essa avuto mai vergogna di nulla; ma per non essere gastigata dall’Augusta, poichè irritata contro di lei la odiava furiosamente. Quando però se n’ebbe mitigato l’animo coll’ossequio, e le ebbe prestata l’opera in imprese di somma importanza, quale si fu la morte di Silverio nel modo che poscia dirò, e la ruina di Giovanni cappadoce, come già dissi, non ebbe più freno nelle sue intemperanze, nè ritegno a peccare sotto gli occhi di tutti.

Era in casa di Belisario un giovine di nome Teodosio, nato in Tracia di genitori della setta degli Ennomiani. Volendo Belisario condurlo in Africa, gli si fece al sacro fonte padrino ed insieme colla moglie lo adottò per figlioccio, secondo che i Cristiani sogliono fare. Da quel momento Antonina incominciò ad amare questo suo figlio di battesimo: giustissima cosa! e ad averne tutta la cura; nè mancò egli d’esserle in ogni cosa ubbidiente. Ma nella navigazione verso l’Africa essa s’innamorò furiosamente di lui, e tanta fu la passione onde per esso venne presa, che più non ebbe riguardo nè alle divine leggi, nè alle umane, e perdette affatto ogni verecondia. Da principio la tresca fu tenuta celatamente: poscia Antonina non badò più a farla conoscere ai servi, e alle ancelle, non riputando essa che alla sua libidine cosa alcuna dovesse essere d’impedimento, così [p. 51 modifica]dall’amore accecata, che lo faceva conoscere a tutti. Belisario stesso, mentre erano a Cartagine, una volta manifestamente vide la cosa; ma lasciossi ingannar dalla moglie, nè mal volentieri. Il fatto seguì di questa maniera. Avendoli trovati insieme entrambi in certa camera sotterranea, ne fu furente; e non per questo Antonina si mise in paura, nè cercò di nascondersi; ma franca disse: qui mi sono io venuta con questo giovinetto per nascondervi ogni più preziosa parte delle spoglie raccolte, onde non abbia l’Imperadore ad averne mai cognizione. Così finse ella la cosa, ed egli mostrò di crederla, e se ne lasciò persuadere quantunque avesse osservato, che dal disordine delle vesti di Teodosio ben altro si comprendeva essersi fatto: tanto amava egli la moglie, e tanto glie n’era cara la benevolenza, che piuttosto volle credere non esser vero quanto co’ suoi occhi avea veduto.

Di questa maniera crescendo ogni giorno più la lasciva condotta di Antonina, tutti gli altri la contemplavano silenziosi. Pur fuvvi una servente, chiamata Macedonia, la quale, quando Belisario ebbe debellata la Sicilia, in Siracusa al padrone, fattolo prima giurare che non l’avrebbe scoperta alla moglie, tutta la tresca palesò, citando anche a testimonj due camerieri. Udito il fatto Belisario a due delle sue guardie ordinò che ammazzassero Teodosio; ma questi ebbe sentore della cosa, e scappò ad Efeso. Imperciocchè quelli che stavano intorno a Belisario, conoscendone l’animo volubile, preferivano l’obbligarsi la moglie, anzi che parere di cercarsi come cortigiani la grazia del marito. Per [p. 52 modifica]questo fu Antonina avvisata dell’ordine dato da Belisario contro Teodosio.