Storia di Torino (vol 1)/Libro I/Capo I
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LIBRO PRIMO
CAPO PRIMO
Congetture bibliche sopra le prime migrazioni de’ popoli dell’Asia in Italia. — Tirreni, suddivisi in Tavrini, Etruschi e Osci. — Liguri di razza Ibera. — Umbri di razza Celtica. — Veneti e Pelasgi.
La Bibbia, anche a considerarla solo dal lato umano, è certamente il libro delle più antiche e più sicure tradizioni storiche; e là si dee cercare la genealogia de’ popoli, in que’ figli e nipoti di Noè, cui fu data dopo il diluvio ad abitar la terra vacua e senza nome, e che scompartiti prima in famiglie, poi in tribù, poi in genti, ai luoghi in cui ebbero stanza temporaria o perenne, ne lasciarono la traccia spesso inavvertita nelle appellazioni che ricordano appunto la varietà di quelle primitive razze. Seguivano esse la legge principale della creazione crescendo e moltiplicandosi, e migravano a mano a mano che cresceano lunge dalla cuna dell’umana stirpe a cercar nuove sedi; e da popoli sopravvegnenti erano sempre più spinti ad allontanarsi dalla originaria loro stanza, finchè i nuovi arrivati fossero alla loro volta da nuove generazioni di migranti risospinti e ricacciati; il che non potea seguire e non seguiva senza mescolanza delle varie genti fra loro. Se il genio ardito ed avventuriero era una necessità per quelle schiatte Noetiche, tra le altre si segnalò per altro notabilmente per siffatte qualità la discendenza di Giapeto, audax lapeti genus. Furono i suoi figliuoli, come quelli de’ fratelli, ceppi di altrettanti popoli; e fra gli altri v’ebbe Thiras, o come altri leggono Tirsas, onde la gente1 Tirrena o Tirsena, che migrando dalla Lidia e dalle ricche sponde del Pattolo e dell’Ermo, fu verosimilmente la prima che venisse in Italia. Occupatala per quanto e lunga, diede al mare occidentale il nome di Tirreno.2
Sembra poi che i Tirreni si venissero suddividendo in tre genti, delle quali que’ che abitavano appià dell’alpi nevose chiamaronsi Taurisci o Taurini, quasi a dir montani, avendo nella maggior parte degli idiomi asiatici la parola Taur o Tor la significazione di monte; e Tauro per eccellenza chiamandosi appunto i gioghi dalle cui falde i loro padri s’eran mossi. Gli abitatori delle regioni di mezzo chiamaronsi Etruschi; ed Osci que’ che abitavano l’Italia inferiore; se da qualche condizione di sito o da altre cagioni non è noto.
Un’altra gente Giapetica furono i Iavonii o Ionii, nome dato da tutte quasi le nazioni asiatiche ai Greci ed anche ad altre genti europee. Li suddivide il Balbo in Elleni, Pelasgi ed Iberi. Comunque sia, gl’Iberi vennero secondi in Italia; parte di loro si tragittò nella grande penisola spagnuola a cui die nome d’Iberia. Due altri popoli della medesima razza Iberica scesero, gli uni in Sicilia, e furono i Sicani, Siceli o Siculi; gli altri, i Liguri, risalirono la penisola lungo la costa orientate, accampandosi nella gran pianura Lombarda, ne’ monti del Genovesato, nelle valli inalpine e transalpine, e alle foci del Rodano. A quei tempi sebbene i fiumi, per lo pii vaganti senza legge, le frequenti paludi, le densissime selve ristringessero lo spazio della terra abitabile, tuttavia le genti non eransi ancora moltiplicate a’ tal segno che non vi fosse silo pe’ nuovi arrivanti. E sembra che, dopo qualche non felice sperimento dell’armi, i Tirreni parte si riducessero sui gioghi dell’Apennino inferiormente alla Macra, parte si confondesser co’ Liguri, parte in luoghi scoscesi ed in valli selvagge preferissero mantenersi nell’antica indipendenza. I primi furono Etruschi ed Osci; i secondi i Tavrini che compaiono poi nella storia come popoli Liguri insieme co’ Bagienni, co’ Veneni, co’ Libici, co’ Salassi, cogli Stazielli, co’ Levi, che abitavano lungo il Ticino, e cogli Stoni che aveano stanza presso al lago d’Idro.3
I terzi, composti de’ più ardili e de’ più malcontenti delle varie stirpi Tirrene, formarono verosimilmente quelle tribù chiamate impropriamente aborigene, di cui si trova testimonianza presso gli scrittori: ed ebbero questo nome perchè s’era smarrita la traccia della loro nazionalità.
Tra i figliuoli di Giapeto era Iavan; onde i Iavonii di cui s’è detto di sopra. Erano poi figliuoli di Iavan Cethim e Dodonim; e sceverando in questi nomi la semplice terminazione dalla radicale, ci rimangono le radici Ceth e Dod o Thot, da cui pare allo scrittor già citato, derivino le nazionalità Celta e Teutonica, la qual ultima si mescolò poi colla Cimbra. La terza gente giapetica che migrò dall’Oriente in Italia sarebbe quella degli Umbri, che si congettura aver fatto parte della grande nazione dei Celti; mentre il maggior nerbo dei Celti salì probabilmente lungo la costa occidental e dell’Adriatico, e andò a stabilir sua dimora in Germania ed in Francia. Gli Umbri occuparono, secondo l’opinion più comune, nella nostra penisola le sponde dell’Adriatico e tutto lo spazio compreso tra l’Alpi, l’Appennino, il Ticino e il mare; ed ecco la suddivisione de’ Celti in Celto-Galli e Celto-Umbroni. Gli Umbroni od Umbri crebbero in grande potenza, ebbero fino a trecento città, e diedero alla pianura Lombarda il nome d’Insubria (Ins-Umbri4). Più tardi giunsero i Veneti dall’Asia ed occuparono i porti della Laguna, e vennero i Pelasgi, razza che il Balbo crede Semitica, e che altri reputano Ellenica e per Giapetica,5 i quali, approdati alle foci del Po, s’aprirono per forza la via tra gli Umbri, e fatta amistà cogli Etruschi fecondarono la gagliarda ne mai esaurita virtù di cui quella parte d’Italia fu specialmente privilegiata, onde ne nacque otto o nove secoli prima dell’era volgare quella mirabile civiltà etrusca, anteriore alla greca, e di cui parleremo poco dopo. Finalmente nell’isole adiacenti all’Italia ebbe luogo qualche immigrazione Fenicia.6
L’Africa ed i paesi racchiusi fra il Mediterraneo e l’Indo furono stanza delle meno generative e meno audaci razze Chamitica e Semitica, poichè par dimostrato che Giapetiche sono la massima parte delle genti indiane e tutte le Cinesi.
Note
- ↑ [p. 24 modifica]Gente si dice qui nel significato antico di popolo, dal civitas de’ Latini, cioè di piccola nazione d’una medesima origine.
- ↑ [p. 24 modifica]Queste congetture e questi nuovi sistemi appartengono al conte Cesare Balbo. (Vedi le profonde sue Meditazioni storiche, e le lettere sulla Fusione delle schiatte in Italia). Noi lo seguitiamo, parendoci non solo ingegnosi ma spontanei, e perciò tanto più plausibili, sebbene altri spositori od illustratori di questo luogo della Bibbia, antichi e moderni, ne dieno diversa interpretazione, e fra gli altri Bahr, Winer ed Hüvernick, ed altri di cui mi diè cortese notizia il dotto prof, di Sacra Scritt. teol. Ghiringhello.
- ↑ [p. 24 modifica]La gente Taurisca o Taurina pare che antichissimamente occupasse gran tratto di paese subalpino. Infatti «Lepontios et Salassos Tauricae gentis Cato arbitratur. Adstipulatur ei Polybius Tauriscos ad Rhodani fontes locans». V. Scheuchzeri, Itinera alpina, tom. i, 208.
- ↑ [p. 24 modifica]Ins è preposizione indicativa di posizione topografica relativa.
- ↑ [p. 24 modifica]Strabone dice, che Omero chiama Pelasgi i Cilici vicini alla Troade ed alla Lidia (libro v). Deriverebbero dunque anch’essi, come i Tirreni, dall’Asia minore. Il fatto è che i Pelasgi in Grecia erano stranieri, ed Erodoto afferma che avean lingua e caratteri diversi assai dai Greci. Lib. i.
- ↑ [p. 24 modifica]Nota il conte Balbo che i popoli rimasti allo stato di gente prevalsero sempre ne’ tempi antichissimi alle grandi unioni di genti in regni ed in imperii. V. le Lettere già citate.