Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826)/Tomo III/Indice e sommario
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INDICE E SOMMARIO
DEL
TOMO TERZO
LIBRO PRIMO
Pag. 1
Storia della Letteratura Italiana dalla rovina dell’Impero occidentale fino al principio del regno de’ Longobardi.
CAPO I.
Pag. 3
Idea dello stato civile e letterario d’Italia sotto il regno de’ Goti.
I. Regno di Odoacre tranquillo. II. Principj di Cassiodoro: diverse opinioni degli scrittori. III. Diverse dignità e titoli che si trovano conferiti a un Cassiodoro. IV. Distinzione di diversi personaggi del medesimo tempo. V. Regno di Teodorico, e carattere di esso. VI. Primi onori da lui conferiti al celebre Cassiodoro. VII. Opinioni di M. de Sant-Marc confutate. VIII. Altri onori conferiti da Teodorico a Cassiodoro. IX. Questi ispira a Teodorico l’amor per le lettere, e la munificenza verso i loro coltivatori. X. Se Cassiodoro si ritirasse dalla corte dopo la morte di Boezio. XI. Ministero glorioso di Cassiodoro nel regno di Amalasunta e di Atalarico. XII. Favore da essi accordato alle scienze ed ai dotti. XIII. Regno di Teodato e di Vitige: Cassiodoro ritirasi dalla corte. XIV. Opere da lui scritte nel tempo del suo ministero. XV. Difesa di Cassiodoro contro una calunniosa accusa di M. de Sant-Marc. XVI. Desolazione dell’Italia; fine del regno degli Ostrogoti. XVII. Vicende di Narsele. XVIII. Qual
forza avessero in Roma alcune leggi pubblicate in addietro da Giustiniano.CAPO II.
Pag. 33
Studi sacri.
I. Cassiodoro, essendo ancora ministro , promuove
gli studj sacri. II. Ili tiratosi dalla corte, fonda un monastero, e tutto si occupa in tali studj. III. Sue premure nel raccogliere e far copiare più codici. IV. Opere
in quel tempo da lui composte. V. Altre opere da altri composte per consiglio di Cassiodoro. A I. Lucerne
c orologi da lui usati: sua morte. VII. Gli altri monaci ancora, e talvolta le monache, si occupano nel
copiar libri. VIII. Notizie ed elogio di Dionigi il piccolo. IX. Ciclo pasquale ed era cristiana da lui introdotta. Altre sue opere. X. Vite dei Santi, e loro apologia XI. Scuole ecclesiastiche nelle chiese parrocchiali.
XII. Ragioni dello scarso numero di scrittoli sacri in
quest’epoca. XIII. Se ne indicano alcuni.
CAPO III.
Pag. 50
Belle lettere.
I. Il favore di Teodorico e di Atalarico risveglia gli
studj dell’amena letteratura. II. Codici antichi corretti:
notizie del Virgilio mediceo-laurenziano. III. Notizie di
S. Ennodio vescovo di Pavia. IV. Se le scuole, delle
quali egli parla nelle sue Orazioni, fossero in Pavia?
o in Milano. V. Altre sue Orazioni composte prima di
entrar nel clero. VI. Suo vescovato, sua morte, e sue
opere. VII. Notizie che da queste si traggono intorno
alle scuole pubbliche di Milano. VIII. E intorno a Fausto e ad Avieno allora celebri per eloquenza. IX. E ad
altri oratori e poeti. X. Notizie di Aratore e delle sue
lettere. XI. Altri poeti vissuti in questi tempi. XII. La
storia ha pochi e poco felici coltivatori.
CAPO IV.
Pag. 72
Filosofia e Matematica.
I. Parve che la filosofia dovesse risorgere sotto i re goti- Entrasi a parlar di Boezio: dignità da lui sostenute. III. Suoi studj, ed elogi fattine da Cassiodoro.
IV. Sue opere. V. Esame delle cagioni della prigionia
e della morte di Boezio. VI. Provasi che Boezio fu
stretto in prigione: se ciò fosse in Calvenzano. VII. Sua
morte e suo sepolcro in Pavia. VIII. Se Boezio avesse
in moglie Lipide. I V. Notizie di Rusticiana vera moglie
di Boezio. X. Elogio di Simmaco suocero di Boezio.
CAPO V.
Pag. 93
Medicina.
I. Il solo medico conosciuto di questa età è Alessandro da Tralle. II. Leggi dei re ostrogoti in vantaggio
de’ professori di medicina. III. Questa si esercita spesso
anche dagli Ecclesiastici.
CAPO VI.
Pag. 96
Giurisprudenza
I. I Goti lasciano in vigore la romana giurisprudenza.
II. Non trovasi nondimeno notizia di alcun celebre giureconsulto in Italia a questi tempi. III. Pubblicazione
del Codice di Giustiniano. IV’. Diversità di pareri intorno ad esso. V. Quando fosse ricevuto in Italia. VI. Se
il codice pisano, or fiorentino, delle Pandette sia l’originale stesso mandato in Italia.
CAPO VII.
Pag. 104
Arti liberali.
I. Premure di Teodorico per conservare gli antichi monumenti. II.!E. nel riparare in Roma e altrove gli antichi
edificj. III. Nuove magnifiche fabbriche da lui in più parti
innalzate. IV. Se a’ Goti si possa dare la traccia di aver
cagionato il decadimento dell’arti. V. Se l’architettura
venisse a lor tempo a stato peggiore assai. VI Esame
della apologia del Goti fatta dal march. Maffei. VII. Gran
danno che agli antichi monumenti recarono le guerre tra i Goti e i Greci. VIII. La scultura fu esercitata frequentemente, ma con poco felice successo. IX. Pare che
i Goti non amassero la pittura. X." Trovasi però anche a
quei tempi frequente menzione di pitture e di musaici.
LIBRO SECONDO
Pag. 121
Storia della Letteratura Italiana sotto il regno.
de' Longobardi
CAPO I.
Pag. 122
Idea generale dello stato civile e letterario d'Italia
in quest'opera
I. Alboino re de’ Longobardi invade e conquista
gran parte dell’Italia. II. Regno di Clefo: division dell’Italia dopo la sua morte. III. Serie degli altri re longobardi , e fine del loro regno. IV. Se il regno dei
Longobardi fosse così felice e dolce, come da alcuni
è descritto. V. Si mostra che quasi tutto il tempo di questo regno fu tempo di desolazioni e di stragi. VI. Quanto
sanguinose e crudeli fossero allora le guerre. VII. La
diversità di religione rendeva i Longobardi ancor più
crudeli. VIII. Guerre civili tra i Longobardi medesimi.
IX. Ferocia de’ Longobardi e loro totale ignoranza.
X. Infelice stato delle pubbliche scuole. XI. Era alquanto
migliore lo stato delle scuole ecclesiastiche. XII. Scarsezza di libri e distruzione delle biblioteche. XIII. In
quale stato fosse allora la biblioteca della Chiesa romana. XIV. Generale ignoranza sparsa per tutta l’Italia.
CAPO II.
Pag. 151
Studi sacri.
I. Stato degli studj sacri: si entra a parlare di. S. Gregorio il Grande. 11. Epoche della sua vita. III. Sue
opere , apologia di esse, e singolarmente dei Dialogi.
IV. Accuse che si danno al santo Pontefice riguardo
alla letteratura. V. Maniera poco lodevole con cui il
Brukero ha trattato questa quistione. VI. Si esamina se S. Gregorio proscrivesse la matematica, e si mostra
che ciò dee intendersi solo dell’astrologia giudiciaria.
VII. Si cerca se egli facesse incendiare la biblioteca
Palatina, e si mostra che non basta a provarlo l’autorità del Sarisberiense. VIII. Pruove della credulità e
mancanza di critica di questo scrittore. IX. Nè alcun
motivo poteva determinare S. Gregorio a tale risoluzione. X. Si mostra ch’ei non fece gittare alle fiamme
neppure le Opere di Cicerone e di Livio. XI. Si pruova
falsa l’accusa ch’ei vietasse l’amena letteratura: spiegazione di un suo passo. XII. Nuovi argomenti a provarne la falsità. XIII. Si mostra che S. Gregorio non
sostituì i suoi Morali a’ libri profani. XIV. E che è
falso pure che facesse atterrare gli antichi monumenti.
XV. Testimonianza del Bayle in difesa di S. Gregorio.
XVI. Notizie di due amici di S. Gregorio, cioè dell’abate Claudio. XVII. E di S. Paterio. X V111. Altri
pontefici di questa età rinomati per sapere. XIX. Notizie di Mauro e di Felice arcivescovi di Ravenna.
XX. E di altri di questi tempi. XXI. S. Damiano vescovo di Pavia, SS. Mansueto e Natale arcivescovi di
Milano. XXII. S. Colombano e Giona abati del monastero di Bobbio. XXIII. Fausto monaco di Monte
Cassino. XXIV. Anastasio Bibliotecario il vecchio sembra autor supposto. XXV. Notizie del monaco Ambrogio Autperto.
CAPO III.
Pag. 196
Belle lettere.
I. Stato infelice dell’amena letteratura, e origine di
esso. II. Lo studio però della lingua greca non fu interamente dimenticato. III. Venanzio Fortunato è quasi
il solo poeta di questa età: sua patria, suoi studj.
IV. Altre epoche della sua vita: sue opere. V. Notizie di
Givannicio da Ravenna lodato anche come poeta.
VI. Felice gramatico in Pavia onorato dal re Cuniberto. VII. La storia fu quasi affatto trascurata.
Tjraboschi, Vx>1. III.
CAPO IV.
Pag. 208
Filosofia, Matematica, Medicina
I. Non trovasi a questi tempi pur uno celebre per j
saper filosofico. II. Che cosa fosse l’orologio notturno |
mandato da Paolo II al re Pipino. III. Anche la me-j
dicina non ebbe alcun illustre coltivatore.
CAPO V.
Pag. 212
Giurisprudenza
I. Non trovasi a questa età alcun celebre giureconsulto II. Leggi che allora avean forza in Italia: i Greci e
gli gl’Italiani lor sudditi seguivano le leggi imperiali. 1
III. I sudditi de’ Longobardi potevan seguire a le lor I
leggi, o le imperiali. IV. Leggi pubblicate da’ re lon- 1
gobardi.
CAPO VI.
Pag. 214
Arti liberali
I. Infelice stato delle arti in quest’epoca. II. I re longobardi nondimeno innalzano molte fabbriche. III. Non
mancano a questi tempi sculture, ma rozze ed informi, 1
IV. Si mostra che la pittura non fu mai del tutto dimenticata in Italia. V. Si annoverano molte pitture in
Italia fatte a questi tempi. VI. Non si può affermare |
che fosser tutte opere di pittori greci. VII. E molto ■,
meno il poterono essere quelle che furono fatte ne’ paesi
LIBRO TERZO
Pag. 224
Storia della letteratura da'tempi di Carlo Magno
fino alla morte di Ottone III.
CAPO I.
Pag. 226
Risorgimento degli studi per opera di Carlo Magno, e idea
dello stato civile e letterario dell'Italia in quest'epoca.
I. Si prende a esaminare qual parte avesse l’Italia
nelle letterarie cure di Carlo Magno. II. Questo principe
dovette le prime istruzioni a Pietro da Pisa, a Paolo
Diacono e a Paolino d’Aquileia III. E solo più tardi fu
istruito da Alcuino nelle scienze. IV. Lo stesso Alcuino
probabilmente dovette in parte all’Italia il suo sapere.
V. Esame del racconto del monaco di S. Gallo intorno
allo Scozzese mandato a Pavia. VI. Si mostra l’inverisomiglianza di questo fatto. VII. Contraddizioni ed errori di
molti nel volerlo sostenere. VIII. Conchiudesi che questo
fatto si dee credere favoloso. IX. Esame del modo tenuto
dal Gatti per difenderne la verità. X. Quindi non può ammettersi che Carlo Magno fondasse l'Università di Pavia, ove però erano pubbliche scuole. XI. Anzi Carlo Magno
dall'Italia chiama in Francia i maestri del canto. XII. E
altri maestri di gramatica e di aritmetica. XIII. E di più
altri Italiani si vale a far risorgere in Francia le scienze e
le lettere. XIV. Nell’Italia ancora proccurò Carlo Magno
di far rifiorire la letteratura. XV. Stato civile dell’Italia. XVI. Regno d’Italia di Pipino e poi di Bernardo: impero di Lodovico il Pio e di Lottario Primo. XVII. Legge
pubblicata da Lottario per le scuole d’Italia. XVIII. Riflessioni sulle città nelle quali in esse si ordina di aprire
pubbliche scuole. XIX. Chi fosse Dungalo nominato
professore in Pavia. XX. S’ei sia lo stesso di cui si
ha una lettera a Carlo Magno sopra le ecclissi. XXI. Sua
opera in difesa delle sacre immagini. XXII. Probabilmente si debbon distinguere due Dungali. XXIII. Leggi
ecclesiastiche per le scuole de' cherici. XXIV. Scarso
frutto da questi editti raccolto. XXV. Continuazione
degl'imperadori e de’ re d’Italia fino a Rodolfo di Borgogna. XXVI. Continuazione della medesima serie fino alla morte di Ottone Terzo. XXVII. Sciagure dell’Italia,
per le quali ella giacque nell’ignoranza. XXVIII. Trovasi nondimeno menzione di alcune scuole. XXIX. E
di diverse biblioteche, benchè molte di esse perissero
miseramente. XXX. Stato della biblioteca pontificia.
CAPO II.
Pag. 282
Studi sacri
I. Molti tra’ pontefici del ix secolo furono uomini dotti: non così quei del x. II. Notizie di S. Paolino patriarca d’Aquileja: pruovasi ch’ei fu italiano. III. Epoche della sua vita: in quanta stima egli fosse. IV. Sue opere. V. Si entra a parlare di Teodolfo vescovo d’Orleans, e si pruova eli’ ei l’u italiano. VI. Chiamato in Francia da Carlo Magno è fatto vescovo d’Orleans. VII. Onori ricevuti da Carlo Magno e da Lodovico il Pio. VIII. Incorre nella disgrazia di Lodovico il Pio: sua morte. IX. Sue opere. X. Notizie di Claudio vescovo di Torino: sua eresia. XI. Errori dell’Argelati nel ragionar di Pietro arcivescovo di Milano. XII. In quanta stima egli fosse d’uom dotto. XIII. Odelberto arcivescovo di Milano e Massenzio patriarca d’Aquileja onorati essi pure da Carlo Magno. XIV. Autperto e Bertario abati di Monte Casino, e uomini dotti. XV. Notizie di Andrea Agnello. XVI. Notizie di Anastasio bibliotecario: da lui dessi distinguere il cardinale Anastasio. XVII. Impieghi ed opere del Bibliotecario. XVIII Qual parte egli abbia nelle Vite dei romani Pontefici XIX. Opere di Giovanni diacono della chiesa romana. XX. E di Giovanni diacono, e di Pietro suddiacono della chiesa di Napoli. XXI. Elogio di S. Atanasio vescovo di Napoli. XXII. Il Martirologio di Adone dee la sua origine all’Italia. XXIII. Notizie di tre scrittori sacri siciliani. XXIV’. Ignoranza universale del x secolo: ricerche sulla patria di A Itone vescovo di Vercelli. XXV. Epoche della sua vita , e sue opere. XXVI. Vita e vicende di Raterio vescovo di Verona. XXVII. Sue opere. XXVIII. Alcuni altri scrittori sacri accennati. XXIX. Se a questi tempi fiorisse un Teodolo scrittor
polemico.CAPO III.
Pag. 334
Belle lettere
I. La lingua greca continuò ad essere coltivata in alcune, non affatto dimenticata in altre provincie. II. Numero non picciolo di poeti, benché assai rozzi, di questa età. III. Si entra a parlar degli storici, e primieramente di Paolo Diacono. IV. Sua nascita, e suoi studj ed impieghi sotto i re longobardi. V. Vicende di esso dopo la rovina de'Longobardi secondo alcuni scrittori. VI. Si esamina se esse meritin fede. VII. Si pruova che Paolo Diacono non andò in Francia se non quando era già monaco. VIII. E prima della morte di Arigiso principe di Benevento. IX. Anzi probabilmente fino dall’an 781. X. Si stabiliscono l’epoche più verisimili di questo tratto della vita di Paolo. XI. Suo ritorno in Italia, e tempo della sua morte XII. Elogi ad esso fatti, e stima in cui avealo Carlo Magno. XIII. Notizie delle principali opere di Paolo. XIV. Altre operò del medesimo. XV. Andrea da Bergamo cronista. XVI. Er • ebemperto scrittoi’ di una Storia dei Principi longobardi di Benevento. XVII. Anonimi salernitano e beneventano. XVIII. Altri storici accennati. XIX. Notizie de’ primi anni dello storico Liutprando. XX. Quando scrivesse la sua Storia: carattere di essa. XXI È fatto vescovo di Cremona: sue azioni, e sua morte. XXII. Chi sia l’Anonimo geografo di Ravenna.
CAPO IV.
Pag. 373
Filosofia, Matematica, Medicina
I. In che senso si debba intendere, ove si trovano
a questi tempi nominati filosofi. II. Nè la filosofia nè
la matematica fu punto coltivata. III. Il solo celebre
coltivatore di esse fu Gerberto: notizie della sua vita.
IV. Sua elezione al pontificato col nome di Silvestro II,
e sua morte. V. Suo fervore nel coltivare e promuovere gli studj: calunnia appostagli. VI. Riflessioni sull’elogio di Pacifico arcidiacono di Verona, e sulle involizioni attribuitegli. VII. Astronomia coltivata in Italia.
VIII. La medicina non ebbe uomini illustri: essa fu coltivata anche da’ monaci.
CAPO V.
Pag. 384
Giurisprudenza
I. Questo argomento è stato già illustrato da altri. II. Le diverse nazioni che abitavan l’Italia, professavano diverse leggi. III. Eccezioni da questa regola generale. IV. Altre leggi pubblicate da’ re Franchi. V. Come si schivasse la confusione nata da tante leggi. VI. Ragione della brevità di questo capo.
CAPO VI.
Pag. 389
Arti liberali
I. Si siegue a provare che le arti liberali non mancarono mai in Italia. II. Pitture, musaici e sculture fatte per ordin de’ papi. III. Altri somiglianti lavori in altre parti d’Italia.
LIBRO QUARTO
Pag. 393
Storia della Letteratura Italiana dalla morte
di Ottone III fino alla pace di Costanza
CAPO I.
Pag. 394
Idea generale dello stato civile e letterario d'Italia in quest'epoca
I. Arduino eletto re d’Italia, e poscia spogliato del regno da Arrigo Primo imperatore. II. Regno di Corrado il Salico e di Arrigo Secondo. III. Stato infelice dell’Italia nelle discordie tra’ ’l sacerdozio e l’impero a’ tempi di Arrigo III. IV. Continuano le calamità e le guerre civili sotto Arrigo Quarto. V. Nel tempo stesso i Normanni invadono e occupano i regni di Napoli e di Sicilia. VI. Regno di Lottario III, di Corrado Secondo e di Federigo Primo: pace di Costanza. VII. Stato infelice dell’Italia LV riguardo alle lettere. Vili. I romani pontefici nondimeno ai studiano di promuoverle. IX. Scuole ecclesiastiche di Milano assai fiorenti per quell’età. X. Se oltre queste;, altre pubbliche scuole fossero in Milano. XI. Scuole in altre città, e singolarmente in Parma. XII. Se vi fosse allora Uni vei sita in Piacenza e in Napoli. XIII. Tumulto destato in Francia da Benedetto priore della Chiusa. XIV. Stato della biblioteca Vaticana: suoi bibliotecarj. Capo II. Pag. 4’fi Studi sacri. I. Dall’Italia si sparsero in altre provincie i ristoratori degli studj sacri. II. Fullberto vescovo di Chartres fu probabilmente italiano. III. Suoi studj a sue opere. IV. Notizie di Lanfranco pavese arcivescovo di Cantorberì: ove facesse i primi studj. V. Passato in Francia vi fa rifiorire gli studj. VI. Sue premure nel confrontare e nel correggere gli antichi codici. A li. Suo arcivescovado, sua morte e sue opere. Vili. Elogio di S. Anselmo arcivescovo di Cantorberì. IX. Suoi studj, sue opere, e pregio in cui debbono aversi. X. Elogi fatti ad Anselmo e a Lanfranco da’ Maurini. XI. Notizie di Pier Lombardo: questione intorno alla sua patria. XII. Epoche della sua vita. XIII..Sue opere: carattere del suo libro delle Sentenze. XIV. Ribattesi la calunnia di plagio da alcuni appostagli. XV. Accuse date da alcuni alla sua dottrina. XVI. Notizie di Pietro Mangiatore: congetture per crederlo italiano. XVII. Lo dolio da Novara e Bernardo da Pisa professori di teologia in Parigi. XVIII. Molti Italiani vanno alle scuole teologiche di Francia. XIX- Se ne annoverano alcuni. XX. Vescovi francesi in Italia, e dotti Italiani in Francia. XXI. Alcuni romani pontefici lodati per dottrina. XXII. Compendio della vita di s Pier Damiano. XXIII. Sue opere e loro carattere. XXIV. Notizie di Alberico monaco casinese e delle sue opere. XXV. Diversità di pareri degli antichi scrittori nel parlare di s Brunone vescovo di Segni. XXVI. Compendio della sua vita. XXVII. Sue opere. XXVIII. Quanto debbano a’ monaci di questi tempi tutti gli studj. XXIX. Compendio li VI della vita, e notizia dell1 opere di S. Anselmo vescovo di Lucca. XXX. Grossolano arcivescovo di Milano: sue vicende. XXXI. Continuazione delle vicende di Grossolano. XXXII. Quanto dotto uomo egli fosse: sue opere singolarmente contro gli errori de’ Greci. XXXIII. Notizie della vita e dell’opere del vescovo Bonizone. XXXIV. Altri scrittori contro gli errori de’ Greci. XXXV. Scrittori di Storia sacra: Cronaca del monastero di Farfa. XXXVI. Cronache d’altri monasteri. XXXVII. Cronaca di Monte Casino scritta da Leone Marsicano. XXXVIII. Continuata da Pietro Diacono. XXXIX. Altre opere di esso. XL. Scrittori delle Vite de’ Papi. XLI. Altrove parlerassi de’ canonisti. Capo III. Pag. 48fi Belle lettere. I. Per qual ragione fosse ancora scarso il numero de’ coltivatori dell’amena letteratura. II. Non pochi Italiani si trovano che furon dotti nel greco. III. E fra essi singolarmente Papia autore di un Lessico latino. IV. E Burgondio pisano traduttore di molte opere dal greco. V. Questi era ancor molto versato nelle scienze sacre. VI. Di eloquenza non si ha alcun saggio degno di memoria. VII. Molti monaci casinesi lodati allora come valorosi poeti. VIII. Poema di Guglielmo dalla Puglia: notizie di esso. IX. Donizone, l’Anonimo comasco e Mosè da Bergamo: ricerche su quest’ultimo. X. Lorenzo diacono pisano e poeta. XI. Storici milanesi di quest’epoca. XII. Storici di altre città lombarde. XIII. Scrittori della Storia di Genova destinati da quel pubblico. XIV. Storici napoletani e siciliani. XV. Altri storici delle stesse provincie. Capo IV. Pag. 5iG rrincipii della poesia provenzale e della italiana. I. A questi tempi appartiene l’origine della poesia volgare in Italia. II. L’uso della rima è antichissimo i e se ne trovano esempj presso tutte le nazioni. 111. 11 I/VII Petrarca attribuisce a’ Siciliani la lode di avere i primi usato della rima. IV. Sembra che i Provenzali prima degl’italiani poetassero volgarmente. V. Se gl’italiani apprendessero a rimare da’ Provenzali: Vite favolose di questi poeti. VI. Notizie di Folchetto: errori degli altri scrittori nel ragionarne. VII. Iscrizione in versi italiani nel duomo di Ferrara, se debba ammettersi per sincera. VIII. Altro saggio supposto di poesia italiana in una lapida di casa Ubaldini. IX. Non si può a quest’epoca indicare alcun sicuro saggio di poesia italiana. Capo V. Pag. 538 Filosofa e Matematica. I. Queste scienze cominciano a risorgere in Italia. II. A Lanfranco e a S. Anselmo deesi la lode di aver ravvivata in Francia la filosofia. HI. Quanto debba la metafisica a S. Anselmo anche per detto del Leibnizio. IV. Notizie di Giovanni filosofo italiano: sue vicende alla corte di Costantinopoli. V. Suo strano metodo di disputare: è costretto a ritrattare i suoi errori. VI. Sue opere. Vii. Notizie di Gherardo cremonese: questione intorno alla sua patria. VIII. Codici ed autori che danno Cremona per patria a Gherardo. IX. Risposta agli argomenti in favor di Carmona. X. Sue traduzioni dall’arabo in latino. XI. Altri indicii di studj filosofici e astronomici in Italia. XII. Guido d’Arezzo ristorator della musica: si pruova che ei fu monaco della Pomposa. XIII. Risposta alle contrarie ragioni degli annalisti camaldolesi. XIV. Che cosa egli adoperasse a perfezionare la musica. Capo VI. Pag. 5y3 Medicina. I. Anche la medicina comincia di questo tempo a rifiorire in Italia. II. Fin dalv x secolo Salerno era celebre pe’ suoi medici. III. È probabile che la scuola salernitana dovesse molto alle opere di Costantino africano. IV. Precetti della scuola salernitana quanto LVIIt celebri. V. Essi furono probabilmente diretti a Roberto di Normandia pretendente al regno d’Inghilterra. VI. A. qual occasione gli scrivessero essi. VII. Se ne crede autore Giovanni da Milano. VIII. Fama di cui godeva la scuola salernitana. IX. Nomi di alcuni medici a que’ tempi famosi. X. Molti tra i monaci coltivarono questo studio. XI. Leggi de’ Concilj per toglier gli abusi che ne nascevano. XII. Non pare che fuor di Salerno fossero altre scuole pubbliche di medicina. Capo VII. Pag. 5g5 Giurisprudenza civile e canonica, e principii dell’Università di Bologna. 13. A quest’epoca comincia l’Italia ad esser celebre per lo studio delle leggi. II. Qual fosse in addietro lo stato della giurisprudenza. III. Questo studio comincia a rifiorire nell1 xr secolo. IV. La mutazion del governo in Italia ne fu il principal motivo. V. Quai leggi fossero in vigore: questione intorno al celebre codice delle Pandette. VI. Si pruova che il detto codice non potè essere allora il solo in Italia. VII. Ragioni per dubitare del fatto che di esso raccontasi. VIII. Si pruova che Lottario non annullò mai le altre leggi fuor delle romane. IX. Le leggi romane però più di tutte erano in uso. X. Bologna fu la sede della prima celebre scuola di leggi. XI. Non è provato abbastanza che Lanfranco ne fosse ivi professore. XII. Eran però ivi altre scuole a que’ tempi. XIII. Qual origine avesse lo studio della giurisprudenza in Bologna. XIV. Irnerio ne fu il primo fondatore. XV. Per qual ragione si rivolgesse egli allo studio delle leggi. XVI. Sue opere legali. XVII. Fama di cui godeva: epoche della sua vita. XVIII. Celebrità da lui ottenuta alle scuole bolognesi. XIX. Federigo I rende grandi onori a quattro giureconsulti bolognesi. XX. E accorda privilegi a’ professori e agli scolari. XXI Notizie de’ quattro giureconsulti suddetti, e prima di Bulgaro. XXII. Di Martino Gosia. XXIII. Di Ugo e di Jacopo da Porta Ravegnana. XXIV. L’Università di Bologna onorata da Alessandro III. XXV. Gran concorso ad essa di forestieri d’ogni nazione. XXVI. Notizie LIX di nllri celebri giureconsulti in Bologna. XXV11. Scuole legali in altre città d’Italia, e prima in Modena. XXV 111. In Mantova, in Padova e in Piacenza. XXIX. Se fosser anche in Pisa. XXX. E in Milano: notizie di Oberto dall’Orto. XXXI. Vacario fa rifiorire in Inghilterra lo studio delle leggi. XXXII. E il Piacentino in Montpellier. XXXIII. Storia della giurisprudenza canonica: incertezza intorno a Graziano. XXXIV. Antiche Collezioni di Canoni. XXXV. Notizie meno dubbiose della vita di Graziano. XXXVI. Sua Raccolta di Canoni: pregi e difetti di essa. XXXVII. Antichi interpreti di Graziano: Pocapaglia. XXXVIII. Ognibene ed altri: concorso di stranieri a Bologna per tale studio. XXXIX. Raccolte di Canoni del cardinale Laborante e del cardinale Albino. XL. Epilogo: confutazione di un detto di monsig. fluet. Capo Vili. Pag. 663 Arti liberali. I. Pittura esercitata in diversi monasteri in questi due secoli. II. Esame del celebre passo di Leone Ostiense. III. Anche i musaici par che fossero lavoro degl’Italiani. IV. Pitture fatte per comando de’ papi. V. Altre pitture: Luca pittor fiorentino. VI. Pitture in Pisa, in Bologna e altrove. VII. Magnifici tempj innalzati in diverse parti d’Italia. VIII. Molte città si cingon di mura. IX. Le più belle torri d’Italia innalzate in questi tempi. X. Stato della scultura. I