Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826)/Tomo II/Libro II

Libro II - Letteratura de’ Romani dopo la morte di Adriano fino aì principii di Costantino

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Libro II - Letteratura de’ Romani dopo la morte di Adriano fino aì principii di Costantino
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[p. 410 modifica]LIBRO SECONDO Letteratura de’ Romani dalla morte di Adriano fino a’ principii di Costantino. (Quando morì Adriano, era corso poco oltre ad un secolo dopo la morte d’Augusto. E nondimeno qual cambiamento era già avvenuto nella romana letteratura! Se questo imperadore avesse potuto levar dalla tomba il capo, avrebbe egli più riconosciuta la sua Roma? Nuova maniera di pensare, d’immaginare, di scrivere: nuove idee intorno la poesia e l’eloquenza; nuove parole e nuovo stile 7) che in qualche parte ei non avrebbe forse più inteso. Tutto in somma lo stato della letteratura interamente cambiato. Ciò non ostante il fervor degli studi (*) L’ab. T.ampllas si è altamente scandnlezzato del ritratto ch’io lio fatto dell’infelice stato della letteratura romana al tempo della morte di Adriano (t. 2, p. G) , ec. 1; e per provare che non è vero che allora fosse nuova maniera di pensare, d’immaginare, di scrivere , nuove idee inforno la pars a e V eloquenzay nuove parole e nuovo stile , mi ricorda. perchè forse ha creduto eh’io noi sapessi. che in quel tempo la storia naturale , la filosofia morale, la geografia , ec. furono egregiamente illustrate da Plinio, da Seneca, da Columella. ec. Cib parrai lo stesso che se ad uno che affermasse che un cotale è zoppo, si desse una mentita , dicendo che ciò è falso , perchè egli ha molte migliaia di srudi d! entrata. [p. 411 modifica]non era ancora estinto; e se essi erano in un I funesto decadimento, ciò doveasi anzi al cati tiro gusto, che alla scarsezza, o alla negligenza de’ loro coltivatori. Ma poichè la civile e politica costituzion dell’impero si fé’sempre peggiore, e le interne discordie e i vizi de’ regnanti e l’universale corruzion del costume crebbero vie maggiormente, questo ardore medesimo si venne successivamente scemando, e gli studj quasi del tutto furono dimenticati e sprezzati. Le riflessioni che già abbiam fatte nella Dissertazione preliminare premessa a questo volume, ci dispensano dall’entrare su questo punto a lungo ragionamento 5 e le cose che in questa epoca dobbiam narrare, serviranno a confermare colla esperienza ciò che allora abbiamo affermato.


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