Storia della geografia e delle scoperte geografiche (parte seconda)/Capitolo XII/Il Mappamondo di Cosma Indopleuste

Il Mappamondo di Cosma Indopleuste

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[p. 213 modifica] 71. Il Mappamondo di Cosma Indopleuste. — Mentre nella coltura geografica un primo barlume di risveglio comincia ad appalesarsi intorno al 1000, la cartografia medioevale conserva quasi inalterati i suoi caratteri, non solo durante l’epoca dei Padri e dei Dottori della Chiesa, ma eziandio durante l’intero periodo della scolastica, finchè per una serie di meravigliose circostanze, tra le quali primaria la diffusione dell’uso della bussola, non apparvero sulla fine del secolo XIII, ovvero sul principio del XIV, le prime carte nautiche1.

Una delle più antiche carte medioevali, se non la più antica, è il mappamondo di Cosma Indopleuste (dell’anno 555). La terra abitabile vi è rappresentata sotto la forma di un rettangolo, coi suoi lati maggiori da occidente ad oriente, e i minori da settentrione a mezzodì. Il rettangolo è, tutto all’intorno, circondato dall’Oceano, e al di là di questo si estende la terra abitata dagli uomini prima del diluvio universale. La parte orientale del lato meridionale è frastagliata da due golfi terminati da spiaggie quasi semicircolari, cioè dal golfo Arabico ad occidente, e dal golfo Persico ad oriente. In quest’ultimo si gettano l’Eufrate ed il Tigri scorrenti dal nord, e il Fison che vi giunge da oriente. Lungo il lato settentrionale del rettangolo, e corrispondente al golfo Persico, si apre il mar Caspio, [p. 214 modifica]che comunica direttamente coll’Oceano, ed ha una forma identica a quella del golfo Arabico. Finalmente un largo canale, che si apre lungo il lato occidentale, conduce dall’Oceano nel golfo Romano (mare Mediterraneo), il quale si avanza di molto nella direzione di oriente, con rive uniformi dal lato del mezzodì, più irregolari e interrotte da due golfi secondari dal lato del nord. La Terra al di là dell’Oceano è occupata, nella sua parte orientale, dal Paradiso terrestre, irrigato dai quattro classici fiumi, di cui ci informa la Genesi, e che per mezzo di canali sotterranei giungono alla terra abitata, per gettarsi, il Tigri, l’Eufrate e il Fison nel golfo Persico, il Gihon (Nilo) nel Mediterraneo.


Note

  1. Marinelli, La geografia e i Padri della Chiesa, pag. 52.