Pagina:Il piacere.djvu/11: differenze tra le versioni
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 100% | |
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<span class="SAL">11,4,Candalua</span> |
|||
''Certo, se nel mio libro è qualche pietà umana e qualche bontà, rendo mercede al tuo figliuolo. Nessuna cosa intenerisce e solleva quanto lo spettacolo d’una vita che si schiude. Perfino lo spettacolo dell’aurora cede a quella meraviglia.'' |
''Certo, se nel mio libro è qualche pietà umana e qualche bontà, rendo mercede al tuo figliuolo. Nessuna cosa intenerisce e solleva quanto lo spettacolo d’una vita che si schiude. Perfino lo spettacolo dell’aurora cede a quella meraviglia.'' |
||
''Ecco, dunque, il volume. Se, leggendolo, l’occhio ti corra più oltre e veda tu Giorgio porgerti le mani e dal tondo viso riderti, come nella divina strofe di Catullo,'' |
''Ecco, dunque, il volume. Se, leggendolo, l’occhio ti corra più oltre e veda tu Giorgio porgerti le mani e dal tondo viso riderti, come nella divina strofe di {{AutoreCitato|Catullo}},'' [[:la:Carmina (Catullus)/61|semihiante labello]], ''interrompi la lettura. E le piccole calcagna rosee, d'innanzi a te, premano le pagine dov’è rappresentata tutta la miseria del Piacere; e quel premere inconsapevole sia un simbolo e un augurio.'' |
||
''Ave, Giorgio. Amico e maestro, gran |
''Ave, Giorgio. Amico e maestro, gran mercè.'' |
||
''{{smaller|Dal Convento: secondo Carmine, 1889.}}'' |
''{{smaller|Dal Convento: secondo Carmine, 1889.}}'' |
||
{{ |
{{A destra|G. d. A.}} |