Pagina:Manzoni.djvu/180: differenze tra le versioni
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione|178|{{Sc|il manzoni unitario.}}|}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
Italia molto più che Cristo si adorasse il suo Vicario; egli presentiva già il giorno, in cui il Papa avrebbe finito per dichiararsi infallibile; perciò arditamente cantava: |
Italia molto più che Cristo si adorasse il suo Vicario; egli presentiva già il giorno, in cui il Papa avrebbe finito per dichiararsi infallibile; perciò arditamente cantava: |
||
⚫ | |||
⚫ | |||
Genti s’infinse, che a la putta astuta |
Genti s’infinse, che a la putta astuta |
||
Prestâro omaggio e le fornîr la dote.</poem> |
Prestâro omaggio e le fornîr la dote.</poem>{{Fine blocco}} |
||
Si dirà facilmente da alcuno di que’ devoti che si preparavano alla beatificazione di Alessandro Manzoni, che non è da tenersi conto del linguaggio intemperante di un giovine studente traviato; ma il guaio è che il Manzoni, quantunque ossequente alla Chiesa, in tutto ciò che riguarda la materia dommatica del Cattolicismo, non s’immaginava mai che verrebbe un giorno, in cui l’infallibilità e il potere temporale de’ Papi diventerebbero due nuovi dommi, due nuovi articoli del ''Credo'' cattolico! Nell’''Adelchi'', lo stesso Desiderio re de’ Longobardi, a cui l’Autore impresta pure i suoi proprii sentimenti religiosi, tanto da fargli dire vinto da Carlo Magno queste parole di sommissione, per le quali si riconosce nel vincitore la potenza del dito divino: |
Si dirà facilmente da alcuno di que’ devoti che si preparavano alla beatificazione di Alessandro Manzoni, che non è da tenersi conto del linguaggio intemperante di un giovine studente traviato; ma il guaio è che il Manzoni, quantunque ossequente alla Chiesa, in tutto ciò che riguarda la materia dommatica del Cattolicismo, non s’immaginava mai che verrebbe un giorno, in cui l’infallibilità e il potere temporale de’ Papi diventerebbero due nuovi dommi, due nuovi articoli del ''Credo'' cattolico! Nell’''Adelchi'', lo stesso Desiderio re de’ Longobardi, a cui l’Autore impresta pure i suoi proprii sentimenti religiosi, tanto da fargli dire vinto da Carlo Magno queste parole di sommissione, per le quali si riconosce nel vincitore la potenza del dito divino: |
||
⚫ | |||
⚫ | |||
Io la vendetta adoro, e innanzi a cui |
Io la vendetta adoro, e innanzi a cui |
||
Dio m’inchinò, m’inchino,</poem> |
Dio m’inchinò, m’inchino,</poem>{{Fine blocco}} |
||
⚫ | |||
⚫ | |||
. . . . Roma fia nostra; e, tardi accorto, |
{{Blocco centrato}}<poem> . . . . Roma fia nostra; e, tardi accorto, |
||
Supplice invan, delle terrene spade |
Supplice invan, delle terrene spade |
||
Disarmato per sempre, ai santi studii</poem> |
Disarmato per sempre, ai santi studii</poem> |
||
Piè di pagina (non incluso) | Piè di pagina (non incluso) | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<references/> |
{{Fine blocco}}<references/> |