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178 | il manzoni unitario. |
Italia molto più che Cristo si adorasse il suo Vicario; egli presentiva già il giorno, in cui il Papa avrebbe finito per dichiararsi infallibile; perciò arditamente cantava:
Infallibil divino a le devote |
Si dirà facilmente da alcuno di que’ devoti che si preparavano alla beatificazione di Alessandro Manzoni, che non è da tenersi conto del linguaggio intemperante di un giovine studente traviato; ma il guaio è che il Manzoni, quantunque ossequente alla Chiesa, in tutto ciò che riguarda la materia dommatica del Cattolicismo, non s’immaginava mai che verrebbe un giorno, in cui l’infallibilità e il potere temporale de’ Papi diventerebbero due nuovi dommi, due nuovi articoli del Credo cattolico! Nell’Adelchi, lo stesso Desiderio re de’ Longobardi, a cui l’Autore impresta pure i suoi proprii sentimenti religiosi, tanto da fargli dire vinto da Carlo Magno queste parole di sommissione, per le quali si riconosce nel vincitore la potenza del dito divino:
In te del cielo |
quando si tratta di definire quali possano essere le relazioni di un Re che ambisce la piena signorìa d’Italia col Papa, esclama:
. . . . Roma fia nostra; e, tardi accorto, |