Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/302: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|948}}-->e parer d’assai. Allora l’amor di sistema, o finto, o vero e derivante da persuasione, è dannosissimo al vero; perché i particolari si tirano per forza ad accomodarsi al sistema formato prima della considerazione di essi particolari, dalla quale il sistema dovea derivare, ed a cui doveva esso accomodarsi. Allora le cose si travisano, i rapporti si sognano, si considerano i particolari in quell’aspetto solo che favorisce il sistema, in somma le cose servono al sistema, e non il sistema alle cose, come dovrebb’essere. Ma che le cose servano ad un sistema, e che la considerazione di esse conduca il filosofo e il pensatore ad un sistema (sia proprio, sia d’altri), è non solamente ragionevole e comune, ma indispensabile, naturale all’uomo, necessario; è inseparabile dalla filosofia; costituisce la sua natura ed il suo scopo: e concludo che non solamente non ci fu, ma non ci può esser filosofo né pensatore per grande, e spregiudicato, ed amico del puro vero, ch’ei possa essere, il quale non si formi o non segua un sistema (piú o meno vasto secondo la materia, e secondo che l’ingegno del filosofo è sublime, e secondo ch’é acuto e penetrante nella investigazione speculazione e ritrovamento de’ rapporti) e ch’egli non sarebbe filosofo né pensatore, se questo non gli accadesse, ma si confonderebbe con chi non pensa, e si contenta di non avere idea né concetto chiaro e stabile intorno a veruna cosa (I quali pure hanno sempre un sistema, piú o meno chiaro, anzi piú esteso, e per loro piú persuasivo e piú chiaro e certo, che non l’hanno i pensatori). Sia <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|949}} pure un sistema il quale consista nell’esclusione di tutti i sistemi, come quello di Pirrone, e quello che fa quasi il carattere del nostro secolo (16 aprile 1821). Vedi p. 950. capoverso 2.
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|948}}-->e parer d’assai. Allora l’amor di sistema, o finto, o vero e derivante da persuasione, è dannosissimo al vero; perché i particolari si tirano per forza ad accomodarsi al sistema formato prima della considerazione di essi particolari, dalla quale il sistema dovea derivare, ed a cui doveva esso accomodarsi. Allora le cose si travisano, i rapporti si sognano, si considerano i particolari in quell’aspetto solo che favorisce il sistema, in somma le cose servono al sistema, e non il sistema alle cose, come dovrebb’essere. Ma che le cose servano ad un sistema, e che la considerazione di esse conduca il filosofo e il pensatore ad un sistema (sia proprio, sia d’altri), è non solamente ragionevole e comune, ma indispensabile, naturale all’uomo, necessario; è inseparabile dalla filosofia; costituisce la sua natura ed il suo scopo: e concludo che non solamente non ci fu, ma non ci può esser filosofo né pensatore per grande, e spregiudicato, ed amico del puro vero, ch’ei possa essere, il quale non si formi o non segua un sistema (piú o meno vasto secondo la materia, e secondo che l’ingegno del filosofo è sublime, e secondo ch’é acuto e penetrante nella investigazione speculazione e ritrovamento de’ rapporti) e ch’egli non sarebbe filosofo né pensatore, se questo non gli accadesse, ma si confonderebbe con chi non pensa, e si contenta di non avere idea né concetto chiaro e stabile intorno a veruna cosa (I quali pure hanno sempre un sistema, piú o meno chiaro, anzi piú esteso, e per loro piú persuasivo e piú chiaro e certo, che non l’hanno i pensatori). Sia <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|949}} pure un sistema il quale consista nell’esclusione di tutti i sistemi, come quello di Pirrone, e quello che fa quasi il carattere del nostro secolo (16 aprile 1821). Vedi p. {{ZbLink|950}}. capoverso 2.




{{ZbPensiero|ZbPensiero}}Dalla sciocca idea che si ha del bello assoluto deriva quella sciocchissima opinione che le cose utili non debbano esser belle, o possano non esser belle.<section end=2 />
{{ZbPensiero|949/1}}Dalla sciocca idea che si ha del bello assoluto deriva quella sciocchissima opinione che le cose utili non debbano esser belle, o possano non esser belle.<section end=2 />