Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/446: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
m Edit by Alebot
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|361}}-->Nello stesso modo e per la stessa ragione <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|362}}
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|361}}--><noinclude>tità. </noinclude>Nello stesso modo e per la stessa ragione <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|362}}
i numeri che rappresentano una quantità troppo grande, come centomila, un milione e simili, e piú, un bilione, non ci destano se non un’idea confusa, quantunque noi sappiamo benissimo il loro significato, e l’estensione o quantità precisa e misurata, che comprendono: ma in questo caso non basta sapere interamente il significato della parola, per concepire l’idea significata (cosa che forse non accade in altro caso, se non in parole indefinite, o che esprimono idee indefinite): e ciò perché l’operazione della mente non si può estendere in un medesimo tempo sopra tutte le parti di questa quantità, ed abbracciarle e concepirle chiaramente tutte in una volta, malgrado il soccorso della favella, il quale non basta quando le parti son troppe. Per parti intendo p. es. le diecine, o anche le centinaia la somma delle quali, quando può esser concepita chiaramente ci desta un’idea abbastanza chiara della data quantità, a cagione dell’abitudine contratta coll’esercizio del discorso, la quale abitudine ci fa concepir facilmente e prontamente gl’individui compresi in ciascuna diecina. In genere l’idea precisa del numero, o coll’aiuto della favella o senza, non è mai istantanea, ma composta di successione, piú o meno lunga, piú o meno difficile, secondo la misura della quantità. (28 novembre 1820). V. p.1072. fine.
i numeri che rappresentano una quantità troppo grande, come centomila, un milione e simili, e piú, un bilione, non ci destano se non un’idea confusa, quantunque noi sappiamo benissimo il loro significato, e l’estensione o quantità precisa e misurata, che comprendono: ma in questo caso non basta sapere interamente il significato della parola, per concepire l’idea significata (cosa che forse non accade in altro caso, se non in parole indefinite, o che esprimono idee indefinite): e ciò perché l’operazione della mente non si può estendere in un medesimo tempo sopra tutte le parti di questa quantità, ed abbracciarle e concepirle chiaramente tutte in una volta, malgrado il soccorso della favella, il quale non basta quando le parti son troppe. Per parti intendo p. es. le diecine, o anche le centinaia la somma delle quali, quando può esser concepita chiaramente ci desta un’idea abbastanza chiara della data quantità, a cagione dell’abitudine contratta coll’esercizio del discorso, la quale abitudine ci fa concepir facilmente e prontamente gl’individui compresi in ciascuna diecina. In genere l’idea precisa del numero, o coll’aiuto della favella o senza, non è mai istantanea, ma composta di successione, piú o meno lunga, piú o meno difficile, secondo la misura della quantità. (28 novembre 1820). V. p.1072. fine.