Andria/Atto quinto/Scena IV: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=257 giugnoagosto 20082009|arg=commedie}}
{{Intestazione teatro
| Nome e cognome dell'autore del testo = Publio Terenzio Afro
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CRITONE, CREMETE, SIMONE, E PANFILO.
 
;Cri.Critone:L<small>A</small>sciate i preghi, già ognuna di queste
:Cagioni persuadonmi il farlo;
:Perche voi lo cercate, perchè il fatto
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:Gliceria?
 
;Cre.Cremete:E' quegli Criton d'Andro?
:Certo
:E' desso.
 
;Cri.Critone:Bene stia, Cremete.
 
;Cre.Cremete:Che
:Vuol dir, che fuor del solito voi siete
:In Atene?
 
;Cri.Critone:Mi è occorso; ma è Simone
:Quegli?
 
;Cre.Cremete:Si è.
 
;Sim.Simone:Di me cercate forse?
:Siete voi quel, che dice, che Gliceria
:E' Cittadina d'Atene?
 
;Cri.Critone:Il negate?
 
;Sim.Simone:Così tu vieni quì apparecchiato?
 
;Cri.Critone:Apparecchiato a che?
 
;Sim.Simone:A che, mi dì?
:Tu farai queste cose senza alcuna
:Punizione? Menerai la mazza
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:Loro speranze, e promesse?
 
;Cri.Critone:Se' tu
:In cervello?
 
;Sim.Simone:E fermar vorresti gli
:Amori d'una poltrona con le
:Nozze?
 
;Pan.Panfilo:Io ho gran paura, che rimanga
:Di sotto il forestiere.
 
;Cre.Cremete:Se sapeste,
:Simone, chi è costui, non vi parrebbe
:Così, ch'egli è uomo dabbene.
 
;Sim.Simone:Da
:Bene? E so dire egli è venuto appunto
:Oggi così a tempo delle nozze,
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:Parvi Cremete, ch'egli sia da credergli?
 
;Pan.Panfilo:S' io non temessi mio Padre, io avrei
:Da suggerirli sopra questo fatto
:Un buono avvertimento.
 
;Sim.Simone:Giuntatore.
 
;Cri.Critone:Orsù.
 
;Cre.Cremete:Critone, non ne fate molto
:Caso ch'egli è di questa taglia.
 
;Cri.Critone:Ed egli
:Vedrà poi poi di che taglia son'io;
:Che s'e' seguiterà a dirmi ciò,
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:Di Crisida.
 
;Sim.Simone:La favola incomincia.
 
;Cre.Cremete:Lasciatel dir.
 
;Cri.Critone:Così ne m'interrompe?
 
;Cre.Cremete:Seguite pur.
 
;Cri.Critone:Colui che ricovrollo
:Era parente mio: onde da lui
:Intesi, ch'egli era di Atene, e quivi
:A morte venne.
 
;Cre.Cremete:Che nome aveva egli?
 
;Cri.Critone:Voletel voi saper sì tosto? Fannio.
 
;Cre.Cremete:Oime, son morte.
 
;Cri.Critone:In verità mi pare,
:Che fosse Fannio, e questo so per certo,
:Ch'egli dicea d'esser Rannusio.
 
;Cre.Cremete:O Dio!
 
;Cri.Critone:E allora in Andro queste cose istesse
:Furo udite da molti.
 
;Cre.Cremete:Voglia Iddio,
:Che sia la cosa come spero; ma
:Dite un poco, Criton, che dicea egli
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:Ch'ella era sua?
 
;Cri.Critone:Non già.
 
;Cre.Cremete:Ma di chi dunque?
 
;Cri.Critone:Di un suo Fratello.
 
;Cre.Cremete:Ah certo ella è mia figlia.
 
;Cri.Critone:Che dite?
 
;Sim.Simone:Che mai dite?
 
;Pan.Panfilo:Sta in orecehi,
:O Panfilo.
 
;Sim.Simone:O Cremete, gli credete
:Voi?
 
;Cre.Cremete:Questo Fannio, ch'ei dice fu mio
:Fratello.
 
;Sim.Simone:Io lo conobbi, e so.
 
;Cre.Cremete:Costui
:Quindi fuggendo i mali della guerra,
:Venia per ritrovarmi in Asia: e avendo
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:Quel che di lui accadessesi.
 
;Pan.Panfilo:Appena
:Io sono in me, cotanto son battuto
:Da timor, da speranza, da letizia
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:Repentino.
 
;Sim.Simone:Rallegromi da vero
:Che per tanti riscontri conosciate
:Costei per vostra figlia.
 
;Pan.Panfilo:Io ve lo credo,
:O Padre.
 
;Cre.Cremete:E' mi rimane però uno
:Scrupolo ancor, che non mel lascia credere.
 
;Pan.Panfilo:Con tante sottigliezze date pena.
:Cercate cinque piè al mattone.
 
;Cri.Critone:Che
:Scrupolo?
 
;Cre.Cremete:Il nome non s'incontra.
 
;Cri.Critone:In vero,
:Da picciolina ella ne aveva un'altro.
 
;Cre.Cremete:Vi ricordate Criton, qual ei fosse?
 
;Cri.Critone:Vo malinando.
 
;Pan.Panfilo:Sofferirò dunque,
:Che la poca memoria di costui
:Soprattenga il mio bene, quando io posso
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:Che voi fantasticate? egli è Pasibula.
 
;Cri.Critone:Ella è dessa.
 
;Cre.Cremete:Sì certo.
 
;Pan.Panfilo:Mille volte
:L'ho udito di sua bocca.
 
;Sim.Simone:O il mio Cremete,
:Io credo ben, che voi pensiate, come
:Tutti ne siamo consolati.
 
;Cre.Cremete:Se
:Dio mi guardi, lo penso.
 
;Pan.Panfilo:Che rimane
:Ora, o mio Padre?
 
;Sim.Simone:Il fatto stesso mi ha
:Già appiacevolito.
 
;Pan.Panfilo:O caro Padre.
:Circa il prenderla in moglie, poichè l'ebbi
:Come tale in poter, Cremete, non
:Muterà la faccenda.
 
;Cre.Cremete:La ragione
:E' buonissima, purche qualche nuova
:Cosa non voglia vostro padre.
 
;Pan.Panfilo:Bene.
 
;Sim.Simone:Io per me lo confermo.
 
;Cre.Cremete:Avrà sei mila
:Scudi di dote.
 
;Pan.Panfilo:Ed io l'accetto.
 
;Cre.Cremete:Volo
:A trovar mia figliuola. Olà, Critone,
:Venite meco; poichè credo, ch'ella
:Non mi conosca.
 
;Sim.Simone:E perchè non la fate
:Condur in casa nostra?
 
;Pan.Panfilo:Dite il vero.
:Io darò questa cura a Davo.
 
;Sim.Simone:A Davo?
:Non si può già.
 
;Pan.Panfilo:Perchè.
 
;Sim.Simone:Perch'egli ha cure
Per se vie più importanti.
 
;Pan.Panfilo:Che affar ha?
 
;Sim.Simone:Egli è legato.
 
;Pan.Panfilo:Oh padre egli è legato
:Malamente.
 
;Sim.Simone:Pur l'ho fatto legare
:Bene.
 
;Pan.Panfilo:Io vi prego fate, ch'ei si lasci.
 
;Sim.Simone:Si ch'io voglio.
 
;Pan.Panfilo:Ma presto.
 
;Sim.Simone:Io vo dentro.
 
;Pan.Panfilo:Oh giorno in cui mi cola
:Mele, e zucchero!
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