Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/38: differenze tra le versioni

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Io era sbalordito: ella aveva alzato gli occhi il ghiaccio era rotto.
Io era sbalordito: ella aveva alzato gli occhi il ghiaccio era rotto.
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Si seguitò, s’intende, a parlare del sole e della pioggia, ma presto si cascò nella letteratura. Io passava di sorpresa in sorpresa e non avrei mai creduto, che la padrona di due piedini così piccoli e calzati con tanta eleganza, potesse avere una coltura letteraria così fine e giudiziosa. Mi recitò tutta quanta l’''[[Canti (Leopardi)/Aspasia|Aspasia]]'' del {{Ac|Giacomo Leopardi|Leopardi}}, ed a Ferrara ricordammo ella il {{Ac|Torquato Tasso|Tasso}} ed io Eleonora. Il sole saettava le sue fiamme nei finestroni del castello degli Este che pareva divorato da un incendio interno, e parlammo poco di Lucrezia Borgia e molto di Ugo e Parisina.
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Si seguitò, s’intende, a parlare del sole e della pioggia, ma presto si cascò nella letteratura. Io passava di sorpresa in sorpresa e non avrei mai creduto, che la padrona di due piedini così piccoli e calzati con tanta eleganza, potesse avere una coltura letteraria così fine e giudiziosa. Mi recitò tutta quanta l'''[[Canti (Leopardi)/Aspasia|Aspasia]]'' del {{Ac|Giacomo Leopardi|Leopardi}}, ed a Ferrara ricordammo ella il {{Ac|Torquato Tasso|Tasso}} ed io Eleonora. Il sole saettava le sue fiamme nei finestroni del castello degli Este che pareva divorato da un incendio interno, e parlammo poco di Lucrezia Borgia e molto di Ugo e Parisina.