Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/25: differenze tra le versioni

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{{Sc|Atlante.}} Anche di questo non ti so dire altro, se non
{{Sc|Atlante.}} Anche di questo non ti so dire altro, se non
ch’egli è giá gran tempo, che il mondo fini di fare ogni moto
ch’egli è giá gran tempo, che il mondo finí di fare ogni moto
e ogni romore sensibile: e io per me stetti con grandissimo
e ogni romore sensibile: e io per me stetti con grandissimo
sospetto che fosse morto, aspettandomi di giorno in giorno
sospetto che fosse morto, aspettandomi di giorno in giorno
che m’infettasse col puzzo; e pensava come e in che luogo lo
che m’infettasse col puzzo; e pensava come e in che luogo lo
potessi seppellire, e l’epitaffio che gli dovessi porre. Ma poi
potessi seppellire, e l’epitaffio che gli dovessi porre. Ma poi
veduto che non marciva, mi risolsí che di animale che prima
veduto che non marciva, mi risolsi che di animale che prima
era, si fosse convertito in pianta, come Dafne e tanti altri; e
era, si fosse convertito in pianta, come Dafne e tanti altri; e
che da questo nascesse che non si moveva e non fiatava: e
che da questo nascesse che non si moveva e non fiatava: e