Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 I.pdf/54: differenze tra le versioni

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ajuti di Alemagna; o, quando in tutto fosse stata avversa la sorte, dovea combattere sotto le mura di Pescara, sostenuto da una fortezza, da un presidio e dal fiume. Se a’ maestri di guerra fosse dato lo scegliere le parti del Montemar o del Belmonte, nessuno forse prenderebbe quelle che furono vincitrici; e perciò venne al Belmonte mala fama, non meritata, d’infedeltà, come calunnia spargeva; ben dovuta d’ignoranza. Caddero senza guerra, per il solo romore della battaglia di Bitonto, i castelli delle Puglie, eccetto Brindisi e Lecce. Buona schiera di Spagnuoli si avviò per gli Abruzzi; Montemar con le altre squadre tornò in Napoli; dei prigionieri alemanni tremilacinquecento passarono agli stipendii di Carlo; nuovi soccorsi d’uomini, di navi e d’armi venivano di Spagna e di Toscana. I principii di regno erano tuttodì più felici, e perciò nuove feste nella città. Giunto il Montemar, andò alla reggia, ed il re, sedendo a tavola di stato pubblica, siccome era costume, fece col piglio liete accoglienze al vincitore, il quale, decoroso e modesto, rispondeva con gl’inchini alle grazie. Ed allora Carlo in idioma spagouolo dimandò (come si usa quando manca subbietto al discorso) Che nuove abbiamo, Montemar? E quegli: «Che i vostri nemici han dovuto cedere alle vostre armi; che tutti, o estinti o prigioni, onorano la vittoria; che le vostre schiere combatterono con egual valore, ma furono più invidiate le Vallone.» I circostanti, maravigliando il debole richiedere del re, ammirarono il bel rispondere del conte. Al quale nel seguente giorno il re diede premii, onori, titolo di duca, e comando perpetuo del Castelnuovo. Dipoi fece alzare nel campo di Bitonto salda piramide, scrivendo nel marma la felicità della battaglia, sotto qual re, con quali armi, per qual capitano: monumento che, dopo i racconti della istoria, rimane segno di superbia non di virtù.
LIBRO


Cederono alle armi spagnuole, l’un dietro l’altro, tutti i castelli del regno; e le piccole guernigioni alemanne passarono a servir Carlo. L’isola di Lipari, minacciata da navi spagnuole, accettò lieta il nuovo dominio. Le sole maggiori fortezze, Pescara, Capua, Gaeta, resistevano. Ma il di 29 di luglio Pescara capitolò: le sue fortificazioni, benchè del genere moderno, difettano nella giacitura, nel rilievo, nelia mancanza di opere esteriori; e sebben tali resisterono a lungo assedio, nè il generale Torres abbassò la bandiera imperiale prima che fosse aperta larga breccia e tanto agevole da uscir per essa con la guernigione: onore che ottenne in mercede di virtù, sempre dal mondo, e vieppiù da nemici ammirata in guerra. Oltre alle riferite cose, un’altra di quello assedio è memorabile.
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XXVI. E quasi ne’ medesimi giorni, a 6’ di agosto, la fortezza di Gaeta si arrese. Giova nelle storie presenti andar ripigliando alcune vecchie memorie, ehe senza tai ricordi rimarrebbero peregrine
Alemagna o

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quando

1734.

in tutto fosse slata avversa la sorte

dovea combattere sotto le mura di Pescara, sostenuto da una fortezza da un presidio e dal fiume. Se ammaestri di guerra fosse dato
lo scegliere le parti del Montemar o del Belmonte
nessuno forse
prenderebbe quelle che furono vincitrici e perciò venne al Beimonte mala fama non meritata d' infedeltà come calunnia spargeva ; ben dovuta dMgnoranza. Caddero senza guerra, per il solo
romore della battaglia di Bitonto i castelli delle Puglie , eccetto
Brindisi e Lecce. Buona schiera di Spagnuoli si avviò per gli AbruzMontemar con le altre squadre tornò in Napoli dei prigionieri
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alemanni tremilacinquecenlo passarono agli stipendii di Carlo-, nuovi
soccorsi d'uomini, di navi e d'armi venivano di Spagna e di Tos
cana. I principii di regno erano tuttodì più felici, e perciò nuove
feste nella città. Giunto il Montemar, andò alla reggia, ed il re, sedendo a tavola di stato pubblica siccome era costume fece col
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piglio liete accoglienze al vincitore

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decoroso e modesto

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spagnuolo dimandò (come si usa quando manca subbietto al discorso) Che nuove abbiamo, Montemar? E quegli « Che i vostri
nemici han dovuto cedere alle vostre armi ^ che tutti o estinti o
prigioni
onorano la vittoria che le vostre schiere combatterono
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con egual valore, ma furono più invidiale le Tallone. » I circostanti,
maravigliando il debole richiedere del re ammirarono il bel rispondere del conte. Al quale nel seguente giorno il re diede premii,
onori titolo di duca e comando perpetuo del Castelnuovo. Dipoi
fece alzare nel campo di Bitonto salda piramide scriN^endo nel marmo la felicità della battaglia sotto qual re , con quali armi per qual
capitano monumento che dopo i racconti della istoria , rimane
segno di superbia non di virtù.
Cederono alle armi spagnuole, Tun dietro T altro, tutti i castelli
del regno e le piccole guernigioni alemanne passarono a servir
Carlo. L'isola di Lipari, minacciata da navi spagnuole, accettò lieta
il nuovo dominio. Le sole maggiori fortezze, Pescara, Capua, Gaeta,
resistevano. Ma il di 29 di luglio Pescara capitolò le sue fortificazioni, benché del genere moderno, difettano nella giacitura , nel
rilievo nella mancanza di opere esteriori ; e sebben tali resisterono
a lungo assedio né il generale Torres abbassò la bandiera imperiale
prima che fosse aperta larga breccia e tanto agevole da uscir per
essa con la guernigione
onore che ottenne in mercede di virtù
sempre dal mondo , e vieppiù da nemici ammirata in guerra. Olire
alle riferite cose, nessun' altra di quello assedio è memorabile.
XXVL E quasi ne' medesimi giorni , a' 6 di agosto la fortezza di
Gaeta si arrese. Giova nelle storie presenti andar ripigliando alcune
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che senza fai ricordi rimarrebbero peregrine
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