Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/401: differenze tra le versioni
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farvi del male, non è cosa da pigliarsene gran fastidio: massime che c’è stato di mezzo quel decreto grazioso, per la nascita del serenissimo infante. E poi la peste! la a peste!. ha dato di penna a di gran cose la peste! Sicchè, se volete.... oggi è giovedì.... domenica vi dico in chiesa; perchè quel che si è potuto fare altra volta, non conta più niente, dopo tanto tempo; e poi ho a la consolazione di maritarvi io.” |
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rvi del male , non è cosa da pigliarsene |
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« gran fastidio : massime che c' è stato di |
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« meizo quel decreto grazioso, per la nascita |
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« del serenissimo infante. E poi la peste !, la |
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a peste!. ha dato di penna a di gran cose la |
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« peste! Sicchè, se volete.... oggi è giovedì.... |
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a domenica vi dico in chiesa ; perchè quel |
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« che si è potuto fare altra volta , non con- |
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« ta più niente, dopo tanto tempo; e poi ho |
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a la consolazione di maritarvi io. » |
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“Benissimo; e io vi servirò: e voglio darne parte subito a sua eminenza.” |
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« questo, » disse Renzo. |
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a Benissimo; e io .vi servirò: e voglio dar- |
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« ne parte subito a sua eminenza. » |
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“Oh, in questo mi scusi,” replicò Agnese: “chè, sebbene io sia una povera ignoratnte, le posso certificare che non gli si dice così; perchè, quando siamo state la seconda volta per parlargli, come parlo a lei a uno di quei signori preti mi tirò da parte, e m’insegnò come si doveva trattare con quel signore, e che gli si doveva dire vossignoria illustrissima, e monsignore.” |
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a Sua eminenza, » rispose don Abbondio, |
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a Dio conservi. » |
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« Oh, in questo mi scusi, » replicò Agne- |
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se: « chè, sebbene io sia una povera ignorati- |
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« te, le posso certificare che non gli si dice |
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« così; perchè, quando siamo state la secon- |
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« da volta per parlargli , come parlo a lei |
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a uno di quei signori preti mi tirò da par- |
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a te, e in' insegnò come si doveva trattare con |
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a quel signore, e che gli si doveva dire vos- |
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a signoria illustrissima, e monsignore. » |
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